Villaggio, festa genovese per i suoi primi 80 anni

«Mi telefona sempre alle sei del mattino mentre sto dormendo per domandarmi: Vittorio, dimmi perché Genova mi odia... E io a rassicurarlo, sempre: non ti odia, Paolo, ti vuole molto bene». Vittorio è Sirianni, giornalista e uomo di televisione, Paolo è Villaggio, e non servono presentazioni. A separarli quattro anni di differenza e un bel po' di chilometri («andavamo tutti e due al D'Oria, abbiamo fatto cabaret con la Baistrocchi alla fine degli anni Cinquanta, poi Paolo è andato a Roma ed è diventato quel che è diventato»), ma fra due giorni si ritroveranno insieme sullo stesso «palcoscenico» per un'occasione speciale. Gli 80 anni dell'attore, che sarà festeggiato proprio nella sua città natale dagli amici, famosi e non. Venerdì alle 18, nel salone di rappresentanza di Palazzo Tursi, la festa riunirà tanta gente del mondo dello spettacolo da Dori Ghezzi ad Antonio Ricci, da Renzo Piano al manager Paolo Fresco, da Piero Rossi a Piero Villaggio. E chi non ci sarà manderà gli auguri, come Beppe Grillo e Gino Paoli o il regista Giuliano Montaldo. Ma a presentare la serata sarà Vittorio Sirianni, il vecchio amico di sempre. Quello che per il signor Fantozzi è sempre stato un punto di riferimento, un po' fuori dalla grande ribalta e magari sentito per questo come più sincero. «Sarà la volta che gli faremo cambiare idea, spero - dice Sirianni - su questa Genova che secondo lui non lo ama». La carriera dell'attore sarà ricordata anche dalla famigerata poltrona di Fracchia, che sarà in scena. Lo stesso Villaggio è certo che «quella poltrona e il basco di Fantozzi fanno parte della mia lapide».
Lo sfigatissimo impiegato non è certo l'unico personaggio cui Villaggio ha dato vita. Attore straordinario - oltre che con Luciano Salce con Monicelli, Fellini, Olmi, Wertmuller e Salvatores - e scrittore, autore di testi di canzoni indimenticabili, Paolo Villaggio con la sua dissacrante e grottesca ironia, è stato uno dei primi in Italia che, attraverso la satira, è riuscito a far riflettere sui problemi della nostra società. A scoprire la vena artistica di Villaggio fu Maurizio Costanzo, che nel 1967 gli consiglia di esibirsi in un cabaret di Roma. Da qui passerà alla tv con la conduzione del programma «Bontà loro». Però, forse, venerdì sera, sarà soprattutto il Villaggio genovese ad essere ricordato.

«Dalle vasche in via Venti, alle serate al Carillon di Paraggi o al Lido di Corso Italia, abbiamo trascorso insieme anni bellissimi, prima del suo grande successo - ricorda Sirianni - Ai tempi della Baistrocchi, andavamo al ristorante tutti insieme e l'amministratore Marcello Simoni alla fine della cena firmava un assegno con scritto “per me girate finché non mi trovate”. Poi scappavamo a gambe levate. Chissà se Paolo se lo ricorda...».

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