Giallo in Piazza Affari Blackout della Borsa, niente prezzi per 6 ore

Blackout totale in Piazza Affari: per tutta la mattinata di ieri fino alle 15.30 del pomeriggio gli scambi sono rimasti bloccati alla Borsa milanese per un problema tecnico. Lo stop almeno nelle prime ore si è tuttavia tinto di giallo, mentre gli operatori si chiedevano il motivo del «tilt» arrivato in una seduta attesa molto calda dopo che lunedì il listino era crollato del 3,6% a causa dall’insurrezione in Libia.
I fari degli investitori erano tutti puntati sui titoli più esposti nel Paese nordafricano da Eni a Finmeccanica, ad Impregilo a Ansaldo Sts fino a Unicredit.
Anche la Consob è scesa in campo e, con una lettera inviata all’amministratore delegato di Borsa Italiana, Raffaele Jerusalmi, e per conoscenza al numero uno di Lse Group Xavier Rolet, ha chiesto spiegazioni. Nella missiva, la società di controllo dei mercati invita Borsa Italiana a «predisporre correttivi affinché non si ripetano in futuro simili episodi», raccomandando di «rafforzare i presidi organizzativi e tecnologici a tutela del regolare svolgimento degli scambi».
Non succedeva dal 25 ottobre del 2010 di assistere a un blocco di simile durata, allora gli scambi ripresero a partire alle 12.40. Stavolta è andata anche peggio. Ma nell’ultimo periodo non è stato raro assistere a disfunzioni varie. Il 7 maggio del 2010 Piazza Affari fermò gli scambi dalle 16 per circa mezz’ora. I primi giorni dell’anno, il debutto dei titoli Fiat e Fiat Industrial sono stati sospesi dalle contrattazioni per problemi tecnici, così come negli stessi giorni non è stato possibile visualizzare le variazioni dell’indice.
Nel mirino degli operatori è caduta la fusione tra Borsa Italiana e Lse di Londra. Le trattazioni, infatti sono gestite direttamente dalla piattaforma londinese. Ma gli esperti assicurano che l’origine del guasto non era riconducibile alla City dove gli scambi di titoli inglesi procedeva regolarmente. A bloccarsi è stato il servizio Mdf/Ddmplus che trasmette in tempo reale il flusso di prezzi agli intermediari. Senza di esso gli operatori non potevano formulare le loro proposte di vendita o acquisto. Un problema tutto italiano.
Intanto nelle sale operative dominava stupore e rabbia. «Stupore perché sembra assurdo che possano succedere blocchi di questa durata. Rabbia per le commissioni perse a causa di un guasto che nelle altre piazze finanziarie non accade mai», commenta il trader di una sim milanese.
Secondo Elio Lannutti, presidente dell’Adusbef, i problemi tecnici avrebbero un’altra matrice, ovvero un semplice favore verso quei titoli esposti in Libia e oggetto di forte speculazione. Ipotesi smentita da un portavoce di Borsa italiana e che non trova molto seguito tra gli esperti.


Netta la critica di Michele Calzolari, presidente di Assosim, secondo cui lo stop della Borsa è un «danno di immagine pesante» ma anche un «grande regalo» ai circuiti alternativi. Alcuni dei maggiori titoli come Eni, Fiat e Unicredit ieri venivano trattati su altre piattaforme che ormai raccolgono il 15% degli scambi.

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