Sei decenni di costume italiano. Dagli esperimenti dei primi anni Cinquanta agli ultimi annunci di maggio 2016, quando le annunciatrici andarono in pensione sostituite da jingle e animazioni virtuali. Sei decenni di aneddoti e di piccole storie. Non senza qualche giallo. Come quello del primo annuncio tv: secondo la vulgata prevalente fu letto da Fulvia Colombo alle 11 del mattino del 3 gennaio 1954. In realtà, dice Nicoletta Orsomando nel libro di Michele Vanossi, il primo annuncio fu il suo, seguito a ruota da quello della Colombo (le due, tra l'altro, impegnate in sedi diverse, pur colleghe, non si sono mai incontrate di persona).
La Orsomando è la decana della professione: assunta nell'ottobre del 1953 è andata in pensione nel novembre del 1993. Seconda in classifica è Rosanna Vaudetti, che iniziò a lavorare nel 1961 e rimase in Rai fino al 1998. La Vaudetti, tra l'altro, ebbe un periodo di tale popolarità che un ammiratore non più giovanissimo le inviò il proprio testamento olografo in cui la nominava erede universale (lei racconta che fece finta di non averlo mai ricevuto). Altra veterana Maria Grazia Picchetti, assunta anche lei nel 1961 e ritiratasi nel 1997. A pochi mesi dalla sua assunzione, era il 1962, la Picchetti fu chiamata in soccorso dopo lo scandalo della Canzonissima di Dario Fo e Franca Rame. Alla vigilia dell'ottava puntata Fo e la moglie vennero defenestrati per le scenette su politici e industriali. Così, a poche ore dalla messa in onda dello show i dirigenti Rai dovettero rimettere mano alla scaletta. Per presentare le canzoni fu scelta proprio la Picchetti, che, senza prove e senza esperienza, se la cavò brillantemente.
Dell'infornata del 1961 (un concorso selezionò le annunciatrici per la nascitura Rete due) fa parte anche Mariolina Cannuli, considerata a lungo la più sexy tra le annunciatrici. A renderla famosa fu una scenetta in cui Alighiero Noschese la imitava in abiti osé e boa di struzzo. Una specie di consacrazione. Tanta fama, per altro faceva a pugni con la vita reale delle annunciatrici Rai, assunte con contratto impiegatizio e in ufficio 8 ore al giorno.
Tra un annuncio e l'altro, racconta la stessa Cannuli, «c'era chi lavorava a maglia, chi all'uncinetto, chi leggeva, chi si rifaceva la messa in piega». A vegliare su tutte i dirigenti Rai che imponevano il look da «ragazza della porta accanto». Come sa bene la Cannuli che ricevette numerose lettere di richiamo solo per aver indossato degli orecchini troppo vistosi.
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