Dal sorriso della Brignone alla rabbia dei gigantisti azzurri. Il loro mondiale finisce in un disastro, oltre la peggiore delle ipotesi. Nessun azzurro nei primi dieci a Garmisch: alla fine il migliore è risultato Manfred Moelgg, addirittura diciassettesimo, con Simoncelli subito dopo, 20esimo. I due sono stati autori di discese simili: bene sul ripido, soprattutto nella prima manche, hanno pagato dazio sul piano finale, costellando però di piccole imprecisioni la seconda.
Assolutamente da dimenticare invece il mondiale di Max Blardone, colpa di un grave errore sul muro, che lo ha relegato oltre la trentesima posizione nella prima manche: alla fine sarà 30esimo. Meglio nella seconda con un pettorale altissimo che nella prima con un discreto 28 Giovanni Borsotti: è arrivato 28esimo partendo quasi a premiazioni in corso, con il 18esimo tempo nella seconda manche nonostante una pista segnata e motivazioni a zero. «Ho commesso troppi errori sia sul muro che sul piano conclusivo - ha dichiarato -. Sono deluso, ma è una lezione che mi servirà per il futuro».
Memorabile è stata invece la lotta per le medaglie: il titolo è andato meritatamente a Ted Ligety, il più continuo in stagione. L'americano, quarto dopo la prima prova, è stato capace di accelerare e tenere anche sulla neve molle nel finale. Secondo posto per Richard, pure lui in rimonta, bronzo per Schoerghofer, che a metà gara era secondo. Ai piedi del podio Aksel Svindal, che ha perso tutto il vantaggio accumulato in mattinata sulla parte finale del muro. Dentro il secondo di distacco dall'americano anche Jansrud, Fanara, Janka, Cuche e De Tessiers, per far capire quanto i valori siano simili tra i primi.
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