Giletti torna in Rai, riparte con uno show ma è atteso da un talk

Viale Mazzini ha bisogno di volti noti e richiama il conduttore. A tutto campo, tra leggerezza e politica

Giletti torna in Rai, riparte con uno show ma è atteso da un talk
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Dunque da gennaio Massimo Giletti tornerà in Rai. Non a occuparsi di temi di mafia o di guerra. Ma con uno spirito più leggero: a celebrare la nascita della radio e della televisione italiana. Poi tornerà al suo vero amore, il talk d'attualità. La voce girava da tempo ed è stata confermata ufficialmente ieri pomeriggio dall'amministratore delegato di viale Mazzini Roberto Sergio nel corso di un'intervista del direttore dell'Ansa Luigi Contu.

Al giornalista saranno affidati una serie di speciali per raccontare i 70 anni della tv (il 3 gennaio 1954 iniziò a trasmettere il canale Programma Nazionale, progenitore di Raiuno) e i 100 della radio (data di nascita 6 ottobre 1924). Insomma, racconti, immagini, interviste, magari con l'aiuto di Pippo Baudo e Renzo Arbore. Un rientro soft per il conduttore che se ne andò nel 2017 a La7 dopo la decisione dell'allora vertice Rai di chiudere la sua Arena domenicale e dopo la clamorosa soppressione della medesima da parte di Urbano Cairo nella scorsa primavera a poche puntate dalla fine della stagione. Una scelta dell'editore de La7 che ha fatto molto discutere, che è arrivata perfino a interessare i magistrati che indagano sul pentito Salvatore Baiardo e sui presunti rapporti tra Dell'Utri, Silvio Berlusconi e i boss Graviano. Una vicenda molto complicata: Cairo ha sempre ribadito che la decisione è stata presa solo per motivi economici.

Comunque ora è acqua passata. Giletti torna in quella che considera casa sua (dove cominciò la carriera quasi trent'anni fa) e questo rientro spettacolare è il primo passo per tornare a occuparsi di cronaca e attualità, magari dal prossimo autunno con un nuovo programma di approfondimento. Del resto, dopo gli addii di quest'estate (Fazio, Berlinguer, eccetera), la Tv di Stato ha bisogno di volti forti e popolari che possono coniugare ascolti e informazione, al di là del giudizio che ognuno può dare sul tipo di giornalismo perseguito da Giletti che, a volte, si addentra in campi troppo minati.

Ascolti di cui la Rai ha assoluto bisogno anche alla luce delle difficoltà ad avviare nuovi talk come dimostra il debutto di Avanti popolo di Nunzia De Girolamo che martedì si è fermato al 3,6 per cento di share. Non che ci si attendesse molto di più, ma l'operazione di marketing dell'intervista al marito Francesco Boccia (lei di destra, lui del Pd) si sperava sortisse una maggiore attrazione, al pari della spigliatezza della conduttrice. Comunque bisogna dare tempo alle trasmissioni di crescere e cercarsi uno spazio.

Tornando a Giletti, l'assist è arrivato da Fiorello che, poco prima dell'annuncio da parte dell'ad, aveva pubblicato un video in cui il giornalista compariva nelle vesti di operaio impegnato nel cantiere di Viva Rai2!. «Il direttore generale mi aveva detto: Guarda che se vuoi tornare in Rai, per noi è ottimo, porte aperte, solo che devi fare un passo indietro, devi ripartire dal basso. E io ho detto Nessun Problema». Una gag con un fondo di verità. Sergio ha auspicato anche un ritorno di Bianca Berlinguer e ha annunciato il titolo del nuovo programma di Salvo Sottile in arrivo a novembre Far West. Sergio si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa, parlando degli addii eccellenti che hanno scosso la Rai dopo il suo arrivo. A partire da quello di Fabio Fazio, che domenica 15 tornerà sul Nove con Che tempo che fa e ha deciso di non ospitare, come precedentemente annunciato, Patrick Zaki.

Una scelta - assicura il conduttore - non dovuta alle polemiche per le frasi su Israele pronunciate dall'attivista, che aveva definito il premier Benyamin Netanyahu «un serial killer», ma alla necessità di cambiare la scaletta del programma dopo l'attacco di Hamas. «Se vai via per scelte economiche - attacca l'Ad -, non puoi dire che l'azienda che lasci ti avrebbe condizionato e poi sei il primo ad autocensurarti».

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