Gioielli, «mise» e dessert: quelli che l’importante è esserci

Materazzi in smoking e T-shirt. Santanchè: «Ma io preferisco il weekend in famiglia»

Paola Bulbarelli

Si dice che il palco sarà cosparso di amuleti. Che si faranno riti propiziatori. L’Aida di Zeffirelli parte con tutte le carte in regola e, come in ogni rappresentazione che si rispetti, le formule scaramantiche stanno per essere pronunciate. Una lunga storia, quella di Aida e della Scala ed è nella memoria quella leggendaria del ’63 a firma, ancora, di Franco Zeffirelli. Ma i ricordi stanno nel cuore e nelle menti degli amanti della lirica, quelli cui nulla importa di fare code di ore pur di essere alla Prima. Per tutti gli altri la serata inaugurale della stagione artistica significa solo esserci.
«È un esserci un po’ particolare però – precisa Alberto Pederzani, titolare di una delle gioiellerie più prestigiose della città -. Non sono più i tempi in cui per andare alla Scala studiavi il gioiello giusto ed erano gli stessi mariti a decidere per i pezzi più eclatanti. Non sono più i tempi delle grandi famiglie milanesi, gli Invernizzi, i Bonomi, i Crespi, i Rizzoli. Trent’anni fa era diverso, ora la gente preferisce farsi le vacanze». Gli fa eco Daniela Santanchè che già da due anni opta per il weekend fuori porta. «La Scala è un’istituzione molto importante – dice - ma lo è di più la famiglia e scelgo di stare con il mio bambino e mio marito». Forse Milano stessa dovrebbe celebrare al meglio la Scala e la sua prima. «È così – incalza Saverio Moschillo, importante imprenditore della moda – Milano dovrebbe appoggiare di più le sue eccellenze magari facendo entrare la moda alla Scala. Sarebbe un connubio tra due arti: musica e moda». Moschillo, che l’anno scorso, alla prima, catalizzò flash e tv varcando la soglia della Scala con Clarence Seedorf e Moran Atias, questa volta sarà in compagnia di Marco Materazzi (in smoking nero sopra T-shirt con decoro Union Jack in Swarovski di John Richmond) e della moglie Daniela (in robe manteau di lana/seta nero, profilato con microbaguette in Swarovski, pantaloni coordinati e borsa in canvas e vernice). Perciò, il coro che si leva alto è: esaltare le eccellenze.
A dire il vero non sono in molti a dare alla Scala quell’importanza che dovrebbe, per diritto, esserle tributata. Per fortuna ci sono le pasticcerie storiche, Cova e Sant Ambroeus che per la prima da anni preparano torte a tema.

Nella vetrina di corso Matteotti fa bella mostra di sé un panettone guarnito da una glassa che riporta uno spartito e un libro di cioccolata dal titolo “Verdi”. In via Montenapoleone, da Cova, invece, il palcoscenico con la scenografia dell’Aida con tanto di sfingi e personaggi in pasta di cioccolato bianco e zucchero.

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