Al «Giornale» siamo garantisti In tutti i casi

Egregio Direttore Sallusti, non posso negare di apprezzare il Suo Giornale. Oltre ad un Sudoku che richiede notevoli sforzi cerebrali, ogni tanto si trovano articoli interessanti. Come quello di lunedì che parla di Flannery O'Connor. E lo acquisto malgrado ci sia una signora mia vicina di casa che quando mi vede con il Giornale mi guarda storto. Però la sua impostazione mi lascia perplesso. Quando vengono trovati con le mani nel sacco esponenti politici che vengono definiti di destra - con lo scarso significato che ha oggi il concetto di destra e sinistra - il Giornale sostiene che sono innocenti e che sono vittime dei magistrati venduti. Quando è uno dei fantomatici sinistrorsi senza perplessità il Suo quotidiano sostiene che è un furfante e un ladro. Potrà pure succedere una volta che un berlusconiano sia un ladro e un bersaniano sia una persona onesta. I casi della vita sono tanti e non bisogna escluderlo a priori.

Giuseppe D.

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Caro Giuseppe, oggi ho scelto questa sua lettera perché mi permette di fare chiarezza sul tema del garantismo. Io non escludo a priori un bel niente, anzi sono per quel principio di civiltà secondo il quale i farabutti devono pagarla, ma chiunque è innocente fino a prova contraria e fino a condanna definitiva. In tutti questi anni, a usare due pesi e due misure riguardo a politica e giustizia non siamo stati noi ma i magistrati e la maggioranza dei miei colleghi di altri giornali: tutti ladri da una parte, tutti santi dall'altra, nessun rispetto per una parte, massima cautela per ciò che riguarda l'altra. La sua impressione è probabilmente dettata da un altro fatto. Se il presunto ladrone è di centrodestra usiamo tutte le cautele come conviene quando accade qualche cosa di brutto in una comunità alla quale in qualche modo si appartiene culturalmente e idealmente.

Se, viceversa, il sospetto mascalzone appartiene alla sinistra segnaliamo una altrettanto presunta smentita alla superiorità etica e morale con cui ci perseguitano dai tempi di Berlinguer. Dopodiché se uno è ladro è ladro, possono cambiare i toni ma mi creda non il giudizio.

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