Giovane ucciso dalla stufetta a gas

Un morto e quattro persone in ospedale in provincia di Brescia. Questi quattro - la moglie, la figlia di 5 mesi e i due genitori della vittima - il giorno di San Silvestro sono stati dichiarati fuori pericolo e dimessi dai medici dell’ospedale di Esine dove erano ricoverati. Ma per Paolo Salvetti giovane padre di 26 anni non c’è stato nulla da fare. All’ospedale non c’è neppure arrivato. Così come non è arrivato a vedere il nuovo decennio. A stroncarlo la notte del 30 dicembre sono state le esalazioni di una stufa a gas sistemata nella casa della famiglia a Darfo Boario Terme, nella montagna bresciana. Il monossido di carbonio è stato rilasciato del vecchio impianto guasto sistemato nel bagno dell’abitazione, una vecchia casa del paese.
L’ultima volta che la moglie e la figlioletta di cinque mesi l’hanno visto è stata appunto quando Paolo è andato in bagno. La routine serale inaspettatamente s’è trasformata in tragedia. C’era al di là della porta, ad attendere il giovane camuno un ambiente già saturo, una vera camera a gas che non gli ha lasciato neppure il tempo per lanciare un disperato allarme. Una morte consumata in silenzio. Un silenzio troppo profondo e troppo persistente, sospetto. Paolo non risponde. Chiamato dai parenti continua a non rispondere. La giovane convivente si insospettisce, apre la porta e trova Paolo Salvetti disteso a terra. Ma il monossido è ovunque nella stanza e anche lei e la piccola restano intossicate. Il gas non le uccide, così come risparmia i due genitori della vittima pure loro accorsi e pure loro avvelenati dalle esalazioni. Il gas che ha ucciso Paolo lascia in corpo ai suoi cari abbastanza forze per dare l’allarme: le ambulanze del 118 arrivano in tempo e ricoverano i sopravvissuti che il 31 dicembre vengono dichiarati fuori pericolo e dimessi dall’ospedale di Esine dove erano stati ricoverati nella notte.
Capodanno col gas-killer. Un altro caso di intossicazione da monossido rilasciato da una stufetta a gas, questa volta, si è verificato nel Bresciano. Per fortuna senza le tragiche conseguenze di Darfo Boario, ma poco c’è mancato. Il dramma è stato sfiorato a San Martino della Battaglia, dove due amici, Rinaldo e Franco i loro nomi, di 64 e 45 anni, sono stati salvati per miracolo dai carabinieri.
Colpiti dalle esalazioni di gas di una stufetta, erano già privi di coscienza, distesi a terra nell'appartamento di un residence che occupavano temporaneamente.

A salvarli di fatto sono stati i carabinieri che hanno sfondato la porta, ma a far scattare l’allarme sono stati due colleghi di lavoro con i quali avevano un appuntamento. Li aspettavano da troppo tempo e si sono insospettiti. Non vedendoli arrivare hanno quindi chiamato i carabinieri che sono intervenuti appena in tempo. Ricoverati i due uomini sono ora fuori pericolo.

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