Giovinco La pennellata degna di Del Piero

di Marcello Di Dio
Quando la parabola pennellata alla perfezione piega il guantone di Benussi, i suoi occhi si illuminano. Il primo gol in bianconero non lo potrà mai dimenticare. Sebastian Giovinco batte più volte il pugno sul petto e immagina che il suo cuore voli verso i tifosi. È un modo di festeggiare anomalo, non certo come la suonata di violino del Gila o il movimento della mano attorno all’orecchio di Herr Toni o ancora la linguaccia di Del Piero. Già, quel Del Piero imitato benissimo sul calcio piazzato. «Per fortuna abbiamo uno come lui per poter imparare il più possibile», dice la formica atomica. Giovinco scalpitava in panchina, attendeva la sua occasione, cercando di allontanare quei cattivi pensieri di lasciare Torino. L’immagine di Claudio Marchisio che lo prende in braccio subito dopo la sua prodezza diventa la seconda foto di una domenica indimenticabile. «Ci lega una grande amicizia da quando eravamo nelle giovanili juventine – dice con il sorriso Sebastian -. Lo ringrazio per le belle parole e ringrazio tutti quelli che hanno avuto fiducia in me, i miei compagni, la società, il mister, tutti». «Ha fatto una magia alla Del Piero», dice Ranieri che aveva avuto la tentazione di schierarlo dietro le due punte prima del forfeit di Iaquinta. «No, è un gol suo, un piccolo capolavoro», lo corregge il presidente Cobolli Gigli.

Al talentino torinese interessa solo aver messo il suo sigillo in una giornata così difficile: «Ho giocato e mi sono sbloccato, sono felice». La sua giornata più bella finisce con il fuori programma del controllo antidoping. Ma per una volta, restare nella pancia dello stadio qualche minuto in più si rivela meno pesante.

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