Alessandro Ruta
da Milano
Abu Omar torturato già presso la base americana di Aviano subito dopo il rapimento da parte degli uomini della Cia? «Non è affatto da escludere», afferma il pm milanese Chiara Nobili. «A meno che - continua il magistrato - non sia limam stesso a fornire una versione differente dellaccaduto, ma in questo momento lui risulta irreperibile, anche perché le autorità egiziane, nonostante numerosi sollecitazioni, non ci hanno fatto sapere niente».
Secondo il pubblico ministero ci si deve attenere per ora ai «dati di fatto»: limam è stato rapito e trasferito in breve tempo da Aviano a Rammstein e, infine in Egitto. Gli agenti dei servizi segreti americani, consapevoli dellazione criminale che stavano svolgendo, hanno volutamente accelerato lo svolgimento delle operazioni.
Alcuni giornali doltreoceano, come il Washington Post, in prima linea nel seguire la vicenda insieme al New York Times, sospettano che molti degli uomini della Cia attualmente ricercati sarebbero scappati oltre i confini italiani sotto falso nome grazie a dei complici presenti nella base di Aviano.
I tabulati del traffico telefonico riguardanti il periodo del sequestro parlano chiaro. I magistrati vi hanno riscontrato una serie di contatti avvenuti tra i numeri delle stanze degli alberghi di lusso a Milano e in buona parte del nord Italia dove alloggiavano gli uomini e le donne della Cia attualmente sotto inchiesta e numerose altre utenze. Le chiacchierate vertevano sulla preparazione del rapimento, i momenti dellazione e le fasi successive.
La Digos di Milano, nellaprile 2004, aveva già comunicato alla procura che, molto probabilmente, Abu Omar si trovava in una località balcanica, salvo poi essere smentita dalle autorità americane. In quello stesso periodo limam era riuscito a mettersi in contatto con la moglie, dopo più di un anno di silenzio e, pare, dopo essere stato liberato ad Alessandria dEgitto. La donna, convocata dagli inquirenti, ha rivelato che Omar laveva tranquillizzata sulle proprie condizioni: in compenso le era stato impedito di rilasciare dichiarazioni a stampa e televisione. Quindici giorni dopo, però, Omar risultava nuovamente irreperibile.
Unaltra telefonata, datata 8 maggio 2004, è di tuttaltro tenore: limam, che dialoga con una delle persone coinvolte nelle indagini di Milano, parla del sequestro e delle torture che hanno minato la sua salute. Dove la verità? Ci sono numerose versioni che si contraddicono a vicenda.
Secondo una testimonianza di Elbrady Mohammed Reda, uno dei più stretti confidenti dellimam, Abu Omar sarebbe stato rapito il 17 febbraio 2003 mentre si stava recando alla moschea di viale Jenner per pregare: un pulmino bianco gli si era avvicinato. Dal veicolo erano scesi due uomini, chiedendo allimam i documenti e il permesso di soggiorno. Alla conferma che quello era luomo che stavano cercando, gli sconosciuti - che parlavano un perfetto italiano - lo avevano stordito con dello spray in bomboletta e spinto a forza dentro il pulmino.
Dagli ambienti della Cia nessuno ha voluto rilasciare dichiarazioni.
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