Girolamo, «miniator sottile» che ingannava gli uccellini

Girolamo Dai Libri, pittore veronese vissuto dal 1474 al 1555, eredita il curioso cognome dall’attività di famiglia, miniare libri prima che si diffondesse la stampa. Nonno Stefano calligrafo, padre Francesco miniatore e lui, Girolamo, miniatore e pittore, enfant prodige che giovanissimo miniava corali e realizzava dipinti sacri come grandi miniature. A questo poco noto ma straordinario maestro Verona dedica la prima monografica al Museo di Castelvecchio (bello il catalogo Marsilio).
Mostra meritevole: primo perché permette di scoprire anche in Italia (all’estero è più conosciuto) un grande artista del passato che persino un filo-fiorentino come Giorgio Vasari non aveva potuto fare a meno di celebrare in una minuziosa e poetica biografia (1568). Secondo perché nasce da un sottile lavoro di recupero del patrimonio miniatorio e artistico dello stesso museo veronese. Dal 2006 il museo ha iniziato infatti il restauro di una serie di carte e fogli miniati, tagliati e smembrati nel corso dei secoli, appartenenti in origine alla Biblioteca monastica di Santa Maria in Organo di Verona, donati nell’Ottocento dal conte Buri. Una ricerca attenta ha permesso anche di individuare una gran parte di frammenti, e di ricondurli ai testi liturgici originari.
Un centinaio di miniature di Francesco e di Girolamo Dai Libri, dai colori nitidi e brillanti, sono esposte accanto a volumi miniati e a una quindicina di grandi dipinti sacri di Girolamo. Opere che mettono in luce l’attività del pittore per le chiese di Verona e dintorni e la sua eccezionale qualità, che lo faceva definire da Vasari il migliore «nell’età sua in Lombardia e nello stato di Vinezia».
Quale la sua dote maggiore? L’attenzione lenticolare ai dettagli naturalistici, fiori, piante e animali, trattati con la cura di un fiammingo. Era così abile nel dipingere la natura da ingannare anche gli uccelli. In un dipinto, oggi al Metropolitan Museum of Art di New York, aveva raffigurato, dietro la Madonna, un grande albero di alloro così vivo e vero da attirare gli uccelli che, entrati in chiesa, cercavano di posarvisi sopra. Lo racconta Vasari, ma lo possono testimoniare le quindici tavole e tele i cui titoli sottolineano spesso l’attenzione alla natura. Il Presepio dei conigli (1500), a esempio, una grande tela dipinta per la chiesa cittadina di Santa Maria in Organo, è caratterizzato dalla presenza di due splendidi conigli in primo piano. Calligrafico ma sintetico, lo stile di Girolamo riflette l’educazione nella bottega del padre, l’influenza di Mantegna e del tedesco Dürer. La Deposizione dalla croce, che Vasari ricorda dipinta dal pittore sedicenne, ma forse un po’ più tarda, con una grande città sullo fondo, ha l’intensità cromatica di una miniatura in grande.

Appartiene invece alla maturità la grande tela con la Madonna con il Bambino e santi, commissionata dai coniugi Baughi, ritratti in preghiera nel margine inferiore del dipinto.
mtazartes@tele2.it
LA MOSTRA
«Per Girolamo Dai Libri, pittore e miniatore del Rinascimento veronese». A Verona, Museo di Castelvecchio. Sino al 15 febbraio. Informazioni: tel. 0458062611.

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