Francesco Kamel
da Roma
La sconfitta alle elezioni regionali, le polemiche nella maggioranza e gli ultimi convulsi giorni del governo rilanciano alcuni interrogativi sulle scelte di Silvio Berlusconi. In particolare: perché, sia dopo le Regionali che in questo momento, ha evitato le elezioni anticipate? E perché non passa la mano? Ma se la partita della premiership si gioca ormai anche a destra sul terreno delle primarie (o qualcosa del genere), il tema del mancato voto anticipato appare un esercizio di pura (e inutile) analisi politica tanto che a destra il coro è quasi unanime. In sintesi: è stato un bene, dopo le Regionali, non essere andati al voto anticipato e bisogna utilizzare questi mesi per lavorare sulle riforme.
Per il forzista Fabrizio Cicchitto «è stata giusta la scelta di portare a termine la legislatura perché le Regionali, nonostante quello che dice Tabacci, non sono state un referendum contro Berlusconi, data la loro natura amministrativa. Inoltre, era evidente che nel medio periodo era possibile recuperare consenso, come del resto sta avvenendo. Un recupero, tuttavia, reso difficile dalla conflittualità interna della Cdl determinata dall'Udc, che per questo si deve assumere gravi responsabilità». Carlo Taormina si dice «molto soddisfatto per la nomina di Tremonti e l'approvazione in Consiglio dei ministri della legge fallimentare. Al di là delle polemiche, noi andiamo avanti come uno schiacciasassi fino alla fine». Donato Bruno rileva che «c'erano da completare le riforme. Se non fossimo andati avanti, ci saremmo presentati agli elettori senza aver prima mantenuto gli impegni presi».
Anche in An, non ci sono rimpianti per il mancato voto dopo le regionali. Silvano Moffa: «Abbiamo fatto bene a non andare a votare perché il mandato degli italiani è stato quello di lavorare per una legislazione piena. C'è ancora una maggioranza che funziona e ora faremo una Finanziaria di sviluppo». Stessa posizione per Ignazio La Russa: «Del senno di poi sono piene le fosse. Comunque io credo che è stato giusto andare avanti perché alla fine vinceremo. Anche se sono convinto che avremmo vinto anche subito dopo le regionali». Enzo Fragalà ritiene che «proseguire il cammino, senza andare alle elezioni anticipate, è stata la scelta giusta, perché completare per la prima volta un governo di legislatura era l'obiettivo preminente che la Cdl aveva assunto». Per Italo Bocchino «noi dobbiamo completare il nostro lavoro e arrivare alla fine della legislatura». Mario Landolfi rilancia la sfida al centrosinistra: «Abbiamo fatto bene a resistere alla pur non peregrina idea di giocare sull'effetto sorpresa. Abbiamo ricevuto il mandato per cinque anni e oggi abbiamo la possibilità di utilizzare bene i mesi che ci restano. L'opposizione ha già preparato il conto ma i conti li ha fatti senza l'oste. E l'oste è solo il popolo italiano». Punta sì sul voto, ma delle primarie, Adolfo Urso: «Abbiamo detto dopo le Regionali che era meglio votare perché lo ritenevamo il modo migliore per reagire. Avremmo dato un colpo di reni. Forse fu sbagliato allora, ma certamente è sbagliato riproporlo oggi perché sarebbe un arrendersi alle difficoltà. A questo punto per smuovere gli incerti e farli scendere in campo bisogna realizzare il processo delle primarie che riconsacrerebbe Berlusconi e rimobiliterebbe i moderati».
Alla Lega interessa la riforma costituzionale con la devoluzione e per il capogruppo alla Camera Andrea Gibelli «il fatto di non essere andati al voto anticipato ci consentirà di presentarci alle elezioni politiche avendo portato a termine riforme come quella della devoluzione, del lavoro e della giustizia che, alla lunga, cambieranno la qualità della vita delle persone. Andare al voto dopo le Regionali significava regalare tutto questo al centrosinistra». Per il sottosegretario Roberto Cota il voto anticipato era comunque «un'opzione che con il senno di poi si poteva prendere in considerazione».
E nell'Udc? Dice Carlo Giovanardi: «Guardiamo avanti. Io sono molto ottimista. Quella dell'altro ieri è stata una giornata molto positiva per il centrodestra». Invece Lorenzo Cesa dichiara: «Sono convinto che se dopo le Regionali fossimo andati al voto avremmo vinto. L'elettorato moderato avrebbe reagito dopo quella stravittoria della sinistra. Inoltre avremmo dato la scossa ai nostri quadri». Ci sono poi gli alleati solo «potenziali» della Cdl. Alessandra Mussolini, leader di As, ritiene che «è necessario andare avanti. Questo è stato un governo in cui, nel bene o nel male, il premier è stato sempre lo stesso per tutta la legislatura e in questo ha rispettato la volontà degli italiani. Qualche ministro è cambiato ma il centrosinistra ha cambiato pure i premier. Dopo le Regionali non sarebbe stato possibile avere una vera spinta propulsiva. L'aereo avrebbe avuto, invece di quattro, due soli motori: qualcuno avrebbe frenato». Elezioni anticipate? Per Gianfranco Rotondi segretario della Dc «allora sarebbe stato meglio andare tutti dall'analista.
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