Milano - I pm di Milano Alfredo Robledo e Francesco Caiani hanno chiesto quattro condanne tra sei mesi e un anno per quattro dirigenti di Google accusati di concorso in diffamazione e in violazione della privacy in relazione a un video messo in rete l'8 settembre del 2006 che ritraeva un portatore di handicap sbeffeggiato, vessato dai compagni di scuola in un’istituto di Torino. Per tre imputati la richiesta è di un anno, per un altro imputato accusato solo di diffamazione la richiesta è di sei mesi. "Ci sarebbe voluto ben poco per fornire un servizio responsabile e tutelare la privacy - hanno detto i pm - il problema è trovare un equilibrio che ci deve essere tra diritto di impresa e tutela dei diritti individuali che sono tutelati dalla Costituzione. Ogni volta che si clicca su un qualsiasi video Google ci guadagna. È un dato economico".
Primo processo al web Si tratta del primo processo a carico di dirigenti del più famoso motore di ricerca al mondo, relativo alla pubblicazione di contenuti sul web. In particolare, i pm hanno chiesto la condanna a un anno di reclusione per David Carl Drummond, ex presidente del Cda di Google Italy e ora senior vice presidente, per George De Los Reyes, ex membro del cda di Google Italy e ora in pensione, e per Peter Fleitcher, responsabile delle strategie per la privacy per l’Europa di Google. Per Arvind Desikan, responsabile del progetto Google Video per l’Europa, invece, l’accusa ha chiesto una condanna a sei mesi di reclusione.
Il filmato Il video in cui il minore portatore di handicap veniva insultato e deriso dai compagni di una scuola torinese, venne girato a fine maggio 2006 e caricato su Google Video l’8 settembre 2006, dove rimase online fino al 7 novembre. Il filmato era inserito nella categoria "Video più divertenti" ed era arrivato al 29esimo posto dei video più cliccati, con 5.500 contatti. Nelle scorse udienze del processo, che si svolge con il rito abbreviato e a porte chiuse come richiesto dalla difesa degli imputati, i legali del ragazzino disabile avevano ritirato la querela nei confronti degli imputati. Sono invece presenti come parti civili nel processo l’associazione "Vividown", che veniva insultata nel video, e il Comune di Milano, che può costituirsi in base alla legge istitutiva del difensore civico nei procedimenti in cui sono vittime persone disabili.
Il Comune chiede 300mila euro Il Comune di Milano ha chiesto, attraverso il suo legale, un risarcimento di 300mila euro. In particolare, l’amministrazione comunale, che può costituirsi nei processi che riguardano disabili, ha chiesto 150mila euro di danni patrimoniali e 150mila euro di danni morali.
L’associazione "Vividown" si è rimessa alla valutazione del giudice Oscar Magi, per quanto riguarda l’entità dell’eventuale risarcimento. La prossima udienza, dedicata alle difese degli imputati, è fissata per il 16 dicembre, mentre la sentenza è prevista per gennaio, ma non è ancora stata fissata una data.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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