Goro non è solo un paese. È un archetipo, un topos. Il villaggio che si oppone all'arrivo degli stranieri, i cittadini che erigono le barricate per bloccare le strade. È successo in Emilia con i migranti africani, ma poteva succedere dovunque.
Ed è successo, e continua a succedere, in Francia. Dove lo sgombero della Giungla di Calais ha generato tante piccole Goro.
Sotto le insegne del "Liberté, Egalité, Fraternité", migliaia di francesi sono scesi in piazza per protestare contro l'arrivo dei migranti nei loro Comuni. A Saint-Brevin-Les-Pins, alle foci della Loira, seicento persone hanno già sottoscritto una petizione per impedire l'arrivo di cinquanta migranti inviati dal governo di Parigi.
Al villaggio borgognone di Chardonnay, da cui prende il nome il celebre vitigno e dove abitano appena duecento persone, sono stati assegnati cinquanta richiedenti asilo: in questo caso i cittadini hanno appreso dal trasferimento dai giornali.
Proteste assai più violente si sono registrate a Loubeyrat, in Alvernia, dove un centro per rifugiati è stato dato alle fiamme nella notte di domenica. Ad Arès, nella Gironda, e a Forges-Les-Bains, nei pressi di Parigi, le strutture di accoglienza sono state prese di mira dai vandali.
Non più tardi di settimane fa una struttura destinata ad ospitare dei profughi è stata presa a fucilate durante la notte a Saint-Hilaire-du-Rosier, nel dipartimento dell'Isère.
A Pierrefeu, nelle Alpi Marittime, e ad Allex, nella Valle del Rodano, i cittadini sono scesi in piazza per scongiurare l'arrivo dei migranti della Giungla.
Certo, si tratta di casi isolati sui 541 Comuni interessati dall'operazione, e in diverse comunità i migranti sono stati accolti con striscioni di benvenuto e manifestazioni di solidarietà.
Ma il clima resta comunque molto teso e gli episodi di intolleranza sono in aumento. Anche nella vicina Germania i casi di aggressioni contro i centri migranti - sia popolati che disabitati - sono in aumento da oltre un anno e soprattutto nelle regioni orientali del Paese sono sfruttati politicamente dai movimenti xenofobi di estrema destra.
In Francia lo sgombero della maggiore baraccopoli del continente rischia di esasperare ulteriormente un clima già pesante senza risolvere il problema. Da mesi infatti i clandestini diretti in Inghilterra hanno iniziato ad assaltare i traghetti che salpano dai porti della Normandia e del Passo di Calais.
Parigi è esentata dalla ripartizione
La regione della rossa Parigi è l'unica, insieme alla Corsica, che sia stata esentata dal programma di ricollocamenti interni. Eppure i migranti affluiscono copiosi nella Ville Lumière, con accampamenti che si estendono dalla Porte de La Chapelle fino ad Avenue de Flandre.
Nel 2015 la sinistra radicale si infuriò con le autorità della capitale per gli sgomberi dei profughi accampati negli arrondissements più chic della città. Si sentivano traditi.
Più recentemente il sindaco di Parigi Anne Hidalgo ha annunciato con gesto teatrale l'apertura di hot spot specialissimi nella capitale. Una sortita che ha il sapore della provocazione politica, senza risolvere il problema.
Nelle tante Goro di Francia le proposte spettacolari del sindaco di Parigi sembrano lunari.
E ai migranti che si ritroveranno sperduti nello Cher o nei boschi della Franca Contea sembreranno marziane.Cronache extraterrestri di chi pensa che i migranti possano essere spostati come oggetti da un capo all'altro dell'Europa. Ignorando loro e i cittadini che dovranno conviverci.
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