Governatore o senatore? Via al referendum

Preferenze via mail, radio o telefono

Marcello Chirico

«Volete che Roberto Formigoni continui, per i prossimi quattro anni, a fare il governatore della Lombardia oppure che tuteli gli interessi della sua regione come senatore, trasferendosi definitivamente a Roma».
I cittadini lombardi si preparino, perché - oltre a quello per la devolution - sta per arrivargli tra capo e collo un altro referendum popolare. Con una domanda-tormentone che li accompagnerà per almeno un mese (con precisione: dal 10/11 giugno alla settimana successiva) leggendo i quotidiani, guardando le tv locali, ascoltando la radio o navigando su internet. «Formigoni a Milano o a Roma?», perché il governatore vuole sapere, direttamente da coloro che amministra, dove preferiscono che svolga il proprio ruolo politico: se ancora al Pirellone, dove governa initerrottamente da dieci anni (e lui dice che non si è stancato affatto), oppure a Palazzo Madama, dove attraverso il voto dello scorso 10 aprile ci è stato mandato con una messe di consensi proprio dal suo elettorato e adesso siede tra i banchi dell’opposizione (e, diciamolo, ci sta prendendo gusto).
Probabilmente - anzi, quasi sicuramente - la scelta Formigoni l’ha già fatta (ci sbilanciamo? resterà dov’è perchè, come disse lui stesso un giorno, «un governatore vale quanto tre ministri»), ma preferisce - essendo nato democristiano & democratico - sentirsi dire dalla base quale opzione scegliere. Del resto, vox populi vox Dei e per un cattolico praticante come il governatore questo proverbio vale come una massima di vita.
Quindi, a partire dai prossimi giorni, scatterà il coinvolgimento popolare, senza i canonici seggi ma utilizzando tutti i media possibili. Per un referendum su base volontaria e, importante, «interamente pagato dal cittadino Roberto Formigoni», come sottolinea ogni volta lo stesso governatore onde evitare fraintendimenti e cattivi pensieri. Per esprimere il proprio parere basterà telefonare al Numero Verde che Formigoni attiverà a breve, ritagliare dalle pagine di alcuni quotidiani uno speciale coupon con stampato sopra il domandone e spedirlo poi al Pirellone, cliccando su una delle 2 opzioni - Milano o Roma - nel sondaggio predisposto dalla web-radio formigoniana (radioformigoni.it, on air da prima del voto politico) oppure inviando una mail o, semplicemente, la classica letterina scritta a mano agli indirizzi che Formigoni stesso fornirà prossimamente ai media. Così come stabilirà l’esatta durata del referendum e quando annuncerà i risultati. Ai quali, promette, si atterrà scrupolosamente.
Anche se lui, mischiando un po’ le carte, vorrebbe orientare la scelta popolare sull’opzione Senato, fronte sul quale è ultimamente parecchio attivo (vedi l’interrogazione bipartisan pro Malpensa di cui si è fatto promotore).

«I giornali si ostinano a dare tutto per scontato - dice - e invece potrebbero esserci sorprese». Soprattutto alla luce dell’ultimo colloquio avuto ieri con Berlusconi, durante il quale - pare - si sia candidato ufficialmente a numero 2 del partito azzurro.

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