Dice Ignazio La Russa: "Non c’è già un incarico a Monti. Lo dicono i media. C’è il rischio che Monti possa uscire cardinale...". Una affermazione che più il tempo passa, più suona vera. Mentre Pierluigi Bersani festeggia e cerca di non rompere del tutto con Antonio Di Pietro, spunta una nuova ipotesi che potrebbe accantonare la carta Monti giocata da Giorgio Napolitano. O meglio spunta un nuovo nome per Palazzo Chigi. Un nome attorno al quale si riuscirebbe non solo a ricompattare il centrodestra, ma anche ad allargare all'Udc. Questo, secondo gli ultimi boatos, l’obiettivo di Silvio Berlusconi e dello stato maggiore del Pdl. Secondo fonti vicine a via dell’Umiltà, il Cavalere starebbe seriamente lavorando alla nascita di un nuovo governo targato Pdl e Lega e a cui si aggiungerebbero i centristi di Pier Ferdinando Casini.
Nelle ultime ore continuano a inseguirsi nomi di tecnici e politici che potrebbero andare a formare il governo Monti. Tutto è stato dato sin troppo per scontato. Eppure sembra che una nuova carta, una nuova pesantissima carta, potrebbe essere giocata nelle prossime ore. La carta che Berlusconi vorrebbe giocarsi è quella di un nuovo nome che metta d'accordo il Pdl, la Lega e Udc. C'è chi parla di Angelino Alfano quale prossimo inquilino di Palazzo Chigi. E c'è chi, invece, fa il nome di Lamberto Dini. E il neo senatore Mario Monti? Andrebbe al posto di Giulio Tremonti in via XX Settembre. Insomma, un cambio di strategia in piena regola che avrebbe iniziato a prendere piede già ieri durante l'incontro con i senatori a Palazzo Madama. D'altra parte il Pdl e il Carroccio hanno tuttora la maggioranza al Senato. Resterebbe il problema a Montecitorio dove, come ha dimostrato il voto sul Rendiconto, sono sotto di una manciata di voti. Una operazione che coinvolge i centristi aiuterebbe a recuperare anche i malpancisti.
Fantapolitica o rumor inconsistente? In realtà le voci sembrano tutt'altro che campate per aria. Non è, infatti, un mistero che da tempo Casini sia disponibile ad appoggiare un nuovo esecutivo di centrodestra. Unica condizione? Un passo indietro di Berlusconi. Passo indietro che il Cavaliere farà con buone probabilità già sabato, subito dopo il varo del ddl Stabilità. Insomma, non ci sarebbe più alcun ostacolo a un nuovo esecutivo di centrodestra capace di riunire le forze moderate. In questo modo Berlusconi riuscirebbe anche a ricucire i rapporti coi lumbard che nelle ultime ore avevano mostrato una certa insofferenza nei confronti del governo tecnico. La Lega non solo è contraria a qualsiasi ipotesi di governo diverso, ma si è anche detta a stare all’opposizione.
Il vero problema sono i tempi. Stretti, davvero stretti. Proprio per questo Berlusconi continua a confrontarsi con stato maggiore del Pdl e con i vertici leghisti. Da qui la convocazione di un nuovo (forse decisivo) ufficio di presidenza che potrebbe ratificare la nuova linea. Le trattative sono in corso. A Palazzo Grazioli sono passati anche Umberto Bossi e Roberto Calderoli. Non solo. Il Carroccio ha già fatto sapere che non disdegnerebbe affatto una opzione di questi.
Ed è stato proprio in ambienti leghisti che ha iniziato a circolare il nome di Dini quale successore a Palazzo Chigi. Non a caso il nome dell’ex premier era già stato fatto dal Cavaliere alla riunione di ieri sera coi senatori pdl.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.