Albania, svolta sui centri: saranno Cpr per cacciare i clandestini

I centri resteranno hotspot per valutare le domande di asilo ma la funzione di Cpr sarà ampliata. L'annuncio del ministro Piantedosi, il decreto nei prossimi giorni

Albania, svolta sui centri: saranno Cpr per cacciare i clandestini
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La svolta sull’Albania arriverà in settimana, quando a Palazzo Chigi arriverà il decreto per trasformare gli hotspot di Shengjing e Gjader in Cpr per il rimpatrio dei clandestini su cui pende un decreto di espulsione, ma «senza perdere l’originaria funzione», il cui «effetto deterrenza è comunque accresciuto» dall’aumento dei rimpatri, salito del 35% rispetto all’anno scorso. «Potrebbero avere un ruolo per rafforzare il sistema per rimpatriare i migranti irregolari che non hanno diritto a rimanere in Italia, soggetti che altrimenti finiscono per rendere le nostre città meno sicure», spiega il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi alla «Stampa», tanto che secondo i dati del ministero un clandestino delinque 50 volte più di uno straniero regolare. In realtà, come ha sempre scritto il Giornale, ci sono già due Cpr nei due centri deputati alla valutazione delle domande d’asilo per i migranti maschi, maggiorenni e in buona salute provenienti dai «Paesi sicuri» con procedure accelerate per il rimpatrio (vanificate dalla giurisprudenza creativa delle toghe più ideologiche) e dunque non c’è bisogno di snaturare i centri: «La struttura è già predisposta per questa funzione.

L’originaria funzione dei centri sarà mantenuta e l’effetto deterrenza è comunque accresciuto dal fatto che aumentiamo i rimpatri», spiega il ministro. Tanto che gli sbarchi sono decisamente in calo: -17% rispetto al 2024, un dato a sua pari al 58% in meno rispetto al 2023, i cui dati sono inferiori del 37% sul 2022. Sui «Paesi sicuri» presto dovrebbe arrivare una lista Ue che potrebbe anticipare o rafforzare la decisione della Corte di Giustizia europea che prima dell’estate deciderà sui ricorsi dell’Italia contro i mancati rimpatri decisi dai giudici italiani delle Sezioni immigrazione e delle Corti d’Appello.

«I rimpatri sono un tema che sta affermandosi nel dibattito politico in tutto il mondo, anche oltreoceano. A noi, oramai, lo chiede l’Europa. Finalmente. Dovremmo esserne tutti contenti», ribadisce il ministro. Anche la Gran Bretagna sogna di ricostruire il «modello Albania» per rimpatriare i migranti che continuano a sbarcare illegalmente sull’isola attraverso piccole imbarcazioni che attraversano la Manica fra le coste francesi e quelle inglesi con l’aiuto di bande di trafficanti o scafisti. Dove realizzarli? Nei Balcani, non in Albania ma in Serbia, Bosnia o Macedonia del Nord.

Paesi che come anticipato dal Giornale sono disponibili a ospitare i return hubs extra Ue nel loro percorso di avvicinamento all’ingresso tra i Paesi membri dell’Unione europea. Il premier Keir Starmer, stando alle ultime indiscrezioni rilanciate ora dal Times e da Sky News, avrebbe presentato il progetto all’esame dell’Home Office.

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