Attacco al governo. Meloni indagata

La premier, Nordio, Piantedosi e Mantovano iscritti nel registro della procura di Roma per il rimpatrio di Almasri. Lei: "Avanti senza paura, non mi intimidiscono"

Attacco al governo. Meloni indagata
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Dopo la Costituzione i magistrati sventolano anche gli avvisi di garanzia in faccia alla presidente del Consiglio, al suo braccio destro e a due ministri per una decisione politica, l'estradizione di un pericoloso soggetto libico, presa nell'interesse della sicurezza nazionale. Lo Stato siamo noi, sembra dire il potere giudiziario a quello politico non a caso proprio mentre la riforma della giustizia sgradita alle toghe sta facendo consistenti passi in avanti e lo scontro con la politica è al suo apice. Più che un avviso di garanzia questo sembra essere un avviso di sfratto forzoso a un governo legittimamente eletto, cosa per la verità non prevista dalla Costituzione. Da qualsiasi parte uno la giri questa storia non sta in piedi, a partire da chi l'ha innescata. L'esposto preso sul serio dalla Procura di Roma parte infatti dall'avvocato Luigi Li Gotti, una vita passata a difendere pentiti di mafia di primo livello e a girare per partiti: i primi passi nel Msi, poi l'approdo tra le braccia di Antonio Di Pietro e infine, nel 2008, l'ingresso come sottosegretario nel governo Prodi. Che c'azzecca, per usare un termine caro a Di Pietro, un signore del genere con l'estradizione di un generale libico non solo non è chiaro, ma è pure sospetto in un Paese dove si è scoperto due giorni fa i servizi segreti hanno spiato a lungo il capo di gabinetto della premier. Dagli sbarchi bloccati dal governo di cui Salvini era ministro degli Interni al caso del centro di accoglienza in Albania fino all'attuale questione che riguarda la sicurezza nazionale, la magistratura quanto meno dà l'impressione di volersi sostituire al potere politico e a quello esecutivo. Qualcuno oggi obietterà: la magistratura fa il suo lavoro.

Non è sempre così, la magistratura fa i lavori che le interessa fare: se ai tempi del governo Draghi io, o qualsiasi cittadino, avessimo fatto un esposto contro l'imposizione del green pass cosa che in effetti è successa a nessun magistrato sarebbe venuto in mente di mandare un avviso di garanzia a Draghi, al ministro della Salute Speranza e a qualsiasi ministro coinvolto nella decisione. Screditare agli occhi dell'opinione pubblica e del mondo intero, anche solo in ipotesi, i vertici del governo è una scelta che al di là delle intenzioni di chi l'ha presa, può rivelarsi un pericolo per la democrazia.

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