Dai migranti alla minaccia islamista, Meloni sferza la Ue: "Difendiamo i nostri confini"

Il premier in Senato per le sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo: "Non più porte aperte e redistribuzione". Poi su Hamas: "Popolo palestinese usato dagli estremisti"

Dai migranti alla minaccia islamista, Meloni sferza la Ue: "Difendiamo i nostri confini"
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Tra la migrazione illegale e i rischi per la sicurezza, la crisi in Medio Oriente riguarda direttamente l'Europa e sarà necessario approfondire il dossier nel corso del Consiglio europeo in programma il 26 e il 27 ottobre. In Senato per le comunicazioni di rito, il primo ministro Giorgia Meloni ha ribadito la vicinanza del governo a Israele ed ha lanciato un messaggio all'Europa: la difesa dei confini deve essere la priorità."Tutti i confini europei sono sono sottoposti ad una pressione migratoria senza precedenti", l'analisi del premier: "Inquieta vedere ricomparire nelle nostre strade il fenomeno dei lupi solitari, che uccidono innocenti pretendendo di farlo in nome di Dio, con tanto di successive rivendicazioni a nome dello Stato Islamico".

Tema strettamente connesso quello dell'immigrazione illegale. Meloni ha rivendicato il lavoro incessante svolto dall'esecutivo fin dal giorno del suo insediamento, in sede europea e internazionale per arrivare ad un cambio di approccio serio e definitivo nella gestione della migrazione."Non più porte aperte e redistribuzione", l'indicazione di Meloni: "Puntare su protezione dei confini esterni, lotta senza quartiere al traffico di esseri umani, accordi con i Paesi terzi, canali legali per rifugiati e quote di immigrati regolari compatibili con i bisogni del nostro sistema economico".

Soffermandosi sulla crisi israelo-palestinese e sull'allarme terrorismo, Meloni ha posto l'accento sul progetto dei fondamentalisti di vederci impauriti e pronti a rinunciare alla nostra quotidianità, ma la risposta dell'Europa deve essere forte e inequivocabile: "Abbiamo quindi il dovere di alzare la guardia, come abbiamo fatto a partire dall'implementazione delle misure di protezione delle comunità ebraiche e dei luoghi sensibili in tutta Italia. E come hanno fatto nelle ultime ore le nostre forze dell'ordine - che ringrazio a nome di tutti gli italiani per lo straordinario lavoro che svolgono ogni giorno al servizio della nazione - assicurando alla giustizia alcuni fondamentalisti pronti a colpire in qualsiasi momento".

Denunciando le barbarie di Hamas, Meloni ha messo in risalto la ferocia dei miliziani nel tentativo di disumanizzare nemico fanatismo religioso ideologico: "Immagini viste più volte nella nostra storia, che ha visto la sua forma più atroce nella persecuzione del popolo ebraico". Il premier non ha nascosto la preoccupazione per la sorte degli ostaggi nelle mani del gruppo terroristi palestinese e ha rimarcato la vicinanza e l'affetto del Paese nei confronti delle famiglie dei tre italo-israeliani morti durante l'attacco: "Ribadisco il mio profondo sgomento per la brutalità con la quale Hamas si è accanito contro civili inermi non risparmiando neanche donne, bambini e anziani". L'obiettivo dei miliziani non è quello di difendere il diritto del popolo palestinese, secondo Meloni"usato e calpestato dai gruppi fondamentalisti come Hamas e dai loro atti terroristici": l'obiettivo è sempre stato quello di creare un solco incolmabile tra Israele, Occidente e Paesi arabi, minando alla base qualsivoglia tentativo di dialogo.

Meloni ha rimarcato la necessità di un dialogo con i Paesi arabi e musulmani, ricordando come l'Italia svolga storicamente un ponte di dialogo tra Europa, Mediterraneo e Medio Oriente. Arrivare a una soluzione strutturale è possibile, ha proseguito Meloni, ma la priorità è evitare l'escalation: "Un'estensione del conflitto porterebbe con sé il rischio di coinvolgimento di nuovi attori regionali a partire da Libano e Siria, potenze come l'Iran, fino ai grandi player geopolitici come Russia e Cina che di certo non disdegnerebbero vedere distolte le attenzioni dell'Occidente da altri scenari critici". Altra priorità rimane l'accesso umanitario, fondamentale per evitare ulteriori sofferenze alla popolazione civile, senza dimenticare le possibili criticità legate a esodi di massa. Il governo ha accolto con favore l'istituzione, da parte di Israele, di una zona umanitaria nella Striscia di Gaza e la decisione della Commissione europea di triplicare gli aiuti umanitari europei a Gaza, portandoli a oltre 75 milioni di euro.

Nel corso del suo intervento, Meloni ha ribadito la compattezza della maggioranza. "Fatevene una ragione", il messaggio alla sinistra. Il premier ha evidenziato che quanto fatto dal governo "a una visione coerente e definita, alla fiducia degli italiani che sentiamo forte alle nostre spalle". Un plauso al lavoro serio e incessante svolto sin qui, con tanto di stoccata ai tifosi dello spread: "Piazza Affari è tornata ai livelli pre-crisi 2008 e lo spread, tanto caro a molti, è stabilmente al di sotto dei livelli che c'erano prima che questo governo si insediasse".

Una riflessione anche sull'Ucraina: "Il Consiglio europeo intende confermare il suo convinto sostegno al popolo ucraino che da 608 giorni combatte per la libertà e l'indipendenza della propria Nazione. Non dobbiamo commettere l'errore di affievolire il nostro comune sostegno alla causa ucraina". La posizione del governo italiano è netta ed è apprezzata dai partner, così da rafforzare il peso di Roma nei contesti europei e internazionali.

Il traguardo deve essere una pace giusta e nel pieno rispetto del diritto internazionale:"Il nostro impegno si estende anche alla definizione delle future garanzie di sicurezza delle quali dovremmo discutere in vista dei negoziati di adesione dell'Ucraina all'Unione europea, e alla sfida della ricostruzione. Guardiamo cioè non solo al presente, ma a un futuro di pace e benessere, a un futuro europeo, per l'Ucraina".

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