A seguito dell'intervento di diversi ministri, come Guido Crosetto e Giuseppe Valditara, dalla manovra è stata eliminata l'equiparazione delle spettanze economiche dei soggetti di governo non eletti in parlamento con quelli eletti. O meglio, la norma è stata riformulata prevedendo che i ministri non residenti a Roma abbiano diritto a un rimborso per le spese di trasferta per l'espletamento delle proprie funzioni. Finora, infatti, ministri e sottosegretari che non sono stati eletti alla Camera e al Senato non erano parificati ai parlamentari nemmeno su questa voce. Per il finanziamento di queste spettante è prevista l'istituzione di un fondo con una dotazione di 500mila euro annui a partire dal 2025.
Nella notte, la Commissione bilancio si è fermata per circa due ore per discutere dell'emendamento proprio su richiesta degli esponenti di governo che avrebbero dovuto godere dell'incremento delle proprie spettanze a partire dal 2025. "È assurdo lasciare anche solo un secondo di più di spazio alle polemiche sull'emendamento che parificava tutti i Ministri e sottosegretari non parlamentari, ai deputati, riconoscendo i rimborsi spese. È così da oltre due anni e continuerà così fino a fine legislatura", ha scritto il ministro della Difesa in una nota affidata ai social nella tarda serata di ieri. "La cosa è giusta? Non penso perché non ha particolare senso che il ministro degli Interni o della Difesa debbano avere un trattamento diverso rispetto ad un loro sottosegretario, ma non è mai importato finora, nè a me nè ai miei colleghi", ha aggiunto. Posizione simile a quella esplicitata dal ministro Valditara: "Non sono intenzionato a usufruire del bonus di 7000 euro al mese previsto dalla legge di Bilancio che equipara il trattamento dei ministri non parlamentari a quello dei ministri parlamentari".
Ylenia Lucaselli, relatrice della manovra, questa notte ha spiegato ai giornalisti che l'emendamento "tecnicamente non si può ritirare, si può solo riformulare. Se arriverà una proposta di riformulazione da parte del governo la valuteremo".
Evidentemente, nella notte è stata presentata una riformulazione da parte del governo ed è stata attuata la modifica, in modo tale da spegnere le polemiche su quello che veniva definito come un "aumento dello stipendio dei ministri", anche se in realtà si trattava di un adeguamento per parificare gli emolumenti di tutti i soggetti governativi, eliminando le discriminazioni salariali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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