Con una diretta in onda sui suoi pirofili social, nell'ambito della rubrica degli "appunti di Giorgia", Giorgia Meloni ha fatto il punto sui primi 100 giorni di governo, un traguardo convenzionale al quale tutti i premier vengono sottoposti a un bilancio di quanto fatto fino a quel momento. Il presidente del consiglio ha anticipato tutti e ha voluto personalmente analizzare quanto il suo esecutivo è riuscito a portare a casa in poco più di tre mesi a Palazzo Chigi e quel che è emerso è senz'altro positivo, considerando anche il momento storico particolarmente difficile.
Il nodo migranti
"Prima del Consiglio europeo del prossimo 9 e 10 febbraio, sarò nelle principali Capitali europee proprio per sostenere la posizione italiana, per convincere le principali nazioni ad aiutarci sulla rotta del Mediterraneo centrale a fare dei passi in avanti importanti, ai quali bisogna però aggiungere la capacità, la possibilità che l'Italia ha di avere rapporti bilaterali, contatti e presenza nel Nordafrica, anche per impedire le partenze", ha detto Giorgia Meloni, appena rientrata da una missione nell'altra sponda del ma Mediterraneo.
"Abbiamo fatto con la Libia anche un accordo per il contrasto all'immigrazione irregolare. Fermare le partenze non è una materia che si risolve in poche settimane", ha sottolineato il presidente del Consiglio, rispondendo indirettamente a quanti la accusano di aver fatto solo propaganda in campagna elettorale. Il consiglio europeo di febbraio, voluto da Giorgia Meloni, affronterà proprio il tema della rotta del Mediterraneo centrale, che "fino a ieri non era considerata prioritaria e oggi lo è, e per trattare il tema della difesa delle frontiere esterne, che fino a ieri non era considerato prioritario e oggi viene definita una priorità".
La questione energetica
Tra le urgenze affrontate da questo governo c'è senz'altro quella energetica, a causa della più grande crisi dal Secondo dopoguerra. Il governo ha un piano a lungo termine per rendere l'Italia indipendente dalla fornitura russa, con un ruolo più rilevante anche nello scacchiere europeo. Giorgia Meloni vuole che l'Italia diventi "la porta di approvvigionamento energetico dell'Europa: vuol dire non solo una centralità diversa in Europa, ma anche posti di lavoro, tecnologia, innovazione, rimettere l'Italia dove deve stare, cioè al centro del Mediterraneo".
Parlando degli ultimi incontri in Algeria e Libia, la premier ha spiegato che questo lavoro "richiede grande dispendio di energia ma è fondamentale: nella realtà globale che viviamo, gran parte dei nostri interessi viaggia sulla possibilità di costruire soluzioni condivise con altre nazioni. L'Italia si sta concentrando sul tema del Mediterraneo allargato, dove viaggia gran parte dei nostri interessi. Dialogare con queste nazioni diventa fondamentale per difendere quel che accade da noi".
La riforma della giustizia
Ma sono numerosi i fronti sui quali Giorgia Meloni e il suo esecutivo sono impegnati. Tra questi c'è anche la giustizia, la cui giustizia è uno temi di politica interna che il governo intende portare a conclusione come prorità. In questa direzione si stanno muovendo sia Carlo Nordio che il presidente del Consiglio, che hanno fatto pochi giorni un incontro in tal senso. "Uno dei tratti distintivi di questo governo è che la giustizia sia presente e che lo Stato di diritto e la sicurezza vengano garantite. Devono essere garantiti in particolare sui reati più percepiti, come spaccio di droga, furti in appartamento, rapine, troppo spesso non perseguiti negli anni passati", ha spiegato il premier sui social.
Quindi, il presidente del Consiglio è entrata nel vivo delle principali questioni, in particolare della procedibilità d'ufficio. "Noi abbiamo deciso di intervenire con una norma che reintroduce, di fatto, la procedibilità d'ufficio per qualsiasi reato, nel caso in cui ci sia l'aggravante del metodo mafioso o finalità di terrorismo", ha dichiarato Giorgia Meloni, sottolineando che con i primi interventi del governo "si introduce di fatto la possibilità di arresto in flagranza, trattenendo la persona per 48 ore, durante le quali le Forze dell'ordine e gli inquirenti debbono mettere ogni strumento per recuperare la vittima, anche se quella vittima non è immediatamente rintracciabile: di fatto ci consente di garantire certezza del diritto e della pena".
Giorgia Meloni, guardando indietro, ha voluto sottolineare che in Italia, per tanti anni, "si è continuato a picconare il sistema penale perchè magari c'era il problema del
sovraffollamento carcerario ed i tempi della giustizia troppo lunghi. E la percezione che spesso i cittadini hanno avuto, è stata quello di uno Stato non presente e di una giustizia non efficiente".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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