
Quest'oggi si è tenuta l'apertura dell'Anno Accademico dell'Università di Firenze e durante il suo discorso, la rettrice Alessandra Petrucci ha lamentato la "sempre minore disponibilità di risorse". Tuttavia, lo stesso ministero dell'Università e della Ricerca si è detto sorpreso da queste dichiarazioni, in quanto il ministro Anna Maria Bernini, durante gli Stati generali organizzati dalla Crui, la Conferenza dei rettori, ha annunciato che l'Ffo, il Fondo di finanziamento ordinario 2025 non solo sarà più alto rispetto al 2024, ma supererà il record storico del 2023. Abbiamo parlato con il professore Giorgio Zauli, ex rettore dell'Università di Ferrara, parte del team di alto livello di 18 esperti che il ministro ha istituito lo scorso autunno per occuparsi della riforma della legge 240/2010.
"Vorrei fare prima un ringraziamento al ministro a nome di tutto il gruppo di lavoro, perché quest'anno, nel 2025, il fondo dovrebbe essere di 9 miliardi 367 milioni di euro, che è la cifra più alta mai raggiunta dal fondo medesimo", ci ha spiegato il professore, spegnendo ulteriormente le polemiche sorte nel 2024 per una riduzione nominale di 173milioni. Fondi che, spiega Zauli, "sono stati più che ripristinati quest'anno. Ci si aspettava un ritorno ai livelli del 2023 (quando il fondo totale era di 9 miliardi e 204 milioni di euro, ndr) e invece siamo andati molto oltre. Di questo bisogna dare merito al ministro Bernini, che ha mostrato particolare sensibilità verso gli atenei pubblici italiani".
I numeri, quindi, tornano a crescere con vigore e con maggiori risorse, spiega il professor Zauli, si è deciso di andare in una direzione per cui "si debba coniugare una maggiore autonomia nei fatti dell'università", in parte persa con le riforme antecedenti il governo Meloni a causa dei piani straordinari che, di fatto, creavano un'eterodirezione. "Più risorse, più autonomia, ma anche più responsabilità dei rettori, che sono le figure apicali che devono portare avanti le politiche dell'Ateneo. Quello che stiamo immaginando è di di liberare alcune risorse attualmente vincolate". Tra queste, ci spiega, "la cosiddetta programmazione triennale degli atenei, che risale addirittura al 2005". L'idea sulla quale si sta discutendo in questo momento è di liberare "queste risorse per dare appunto più autonomia agli atenei, allentare i vincoli e numerosi paletti, non prima di aver dato le 'regole del gioco' per dare stabilità al sistema". L'idea è quella di introdurre una gradualità per le novità, "in modo che tutti sappiano prima quali sono le nuove regole e dopodiché si compete alla pari".
Il principio è quindi quello di passare dall'attuale "tavolo a tre gambe", come lo definisce il professor Zauli, intendento per "gamba" ognuna delle quote principali del Fondo di finanziamento ordinario, tra le tantissime presenti, ossia le tre macrovoci primarie che sono la quota base, la quota premiale e la quota perequativa, al "tavolo a quattro gambe", dove "fondamentalmente la quota base, che comprende al suo interno il cosiddetto costo standard per studente, si trasformerà gradualmente nel tempo nella premialità per la didattica" e ci saranno poi due premialità: didattica e ricerca. La quota perequativa, invece, "sarà sostituita dalla quota di salvaguardia: l'idea è che nessun ateneo possa perdere soldi oltre l'uno, massimo il 2%, rispetto all'anno precedente". La quota strategica, invece, "sarà a disposizione da un lato del ministro per indirizzare le politiche. Perché, se io voglio per esempio puntare sull'internazionalizzazione, metterò dei fondi per incentivarla. Non l'ho detto a caso, perché questo è uno degli aspetti su cui punta giustamente il ministro Bernini".
Da questo piano appare evidente che già nl 2025 ci sia uno sforzo particolarmente importante da parte del ministero dell'Università e della Ricerca di tranquillizzare il sistema per fare in modo che nessun ateneo perda fondi rispetto al 2024. "E c'è un impegno forte anche a far sì che il fondo del 2025 venga preparato, compatibilmente coi tempi tecnici, il prima possibile, in modo da favorire la programmazione degli atenei.
Data anche la congiuntura economica, che a tutti noi nota, è stato fatto uno sforzo veramente importante per avere il fondo più capiente di sempre. Speravamo e ci aspettavamo un ristoro al livello del 2023, cioè i famosi 173 milioni di euro in meno del 2024. Ma rispetto al 2023, qui la cifra è ben superiore".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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