La verità sui Cpr e la cauzione di 5mila euro

La cauzione dei 5mila euro non riguarda le persone trattenute nei Cpr ma nelle nuove strutture per i richiedenti asilo: così Piantedosi spiega le misure del governo

La verità sui Cpr e la cauzione di 5mila euro
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Dopo le polemiche, come al solito strumentali e propagandiste, dell'opposizione sulla misura dei "5mila euro" di cui tanto si parla nelle ultime ore, è intervenuto sulla questione il ministro Matteo Piantedosi. Il titolare del Viminale, durante l'evento "Sud Invest" a Benevento, ha spiegato che la possibilità di una "garanzia finanziaria" di poco meno di 5mila euro che i migranti possono versare "non riguarda le persone trattenute nei Cpr". Viene così smontata l'ennesima bugia fake della solita sinistra, perché, come ha spiegato Piantedosi, la misura sarà destinata chi troverà accoglienza nelle "strutture di trattenimento di richiedenti asilo provenienti da Paesi sicuri".

Rientra in questa nuova tipologia di struttura quella nuova che verrà aperta domani a Pozzallo, spiega il ministro. "Il recepimento di una direttiva europea che ci fa avviare da domani qualcosa di mai fatto prima, la partenza della prima struttura di trattenimento di richiedenti asilo provenienti da Paesi sicuri, ad esempio la Tunisia", prosegue Piantedosi, che spiega come queste strutture nascano in modo tale che "si possano realizzare procedure di accertamento dei presupposti per lo status di rifugiati o dare avvio a procedura di espulsione con la prospettiva di farlo in un mese e non come avviene ora in tre anni con aggravio di costi per lo Stato".

Quella di Pozzallo è "una scommessa che il Governo ha fatto per attuare una direttiva europea che prevede la possibilità di trattenerli e che l'alternativa è la garanzia anche di carattere economico per sottrarsi al trattenimento". E poi aggiunge, spiegando che questo è un progetto pilota di ampie vedute: "Se la cosa funzionerà e la porteremo avanti in maniera più estesa, risolverà una situazione annosa".

Il titolare del Viminale sottolinea come la direttiva Ue "prevede la possibilità di trattenerli con un provvedimento convalidato dall'autorità giudiziaria e che l'alternativa da offrire sia che possano decidere di prestare una sorta di garanzia anche economica per evitare il trattenimento".

Questa polemica è stata costruita su quella che il ministro definisce come "questione marginale", rispetto a quelli che sono gli obiettivi principali di questo governo, ossia "risolvere il problema storico di tenere le persone in un limbo per anni sul nostro territorio con grave carico sul bilancio dello Stato".

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