Pace totale con il fisco per chi firma il concordato

Arriva l'emendamento, sanatoria dal 2018 al 2023 per le pmi e le partite Iva che aderiscono. Verseranno almeno mille euro l'anno

Pace totale con il fisco per chi firma il concordato
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Dal governo è in arrivo una forte spinta al concordato biennale sotto forma di sanatoria anche per gli anni 2018-2023. Del resto, è troppo importante che la misura (che quest'anno ha una platea potenziale di 2,5 milioni di soggetti che applicano gli indici sintetici di affidabilità e 2 milioni di forfettari) frutti un gettito cospicuo, che servirà a finanziare il nuovo taglio all'Irpef e gli incentivi alla natalità.

Per aderire al concordato c'è tempo fino al 31 ottobre, ma nella fila della maggioranza è maturata la convinzione che servisse un incentivo per convincere le Partite Iva. Ed ecco, allora, che è già stato depositato un emendamento a firma dei senatori di maggioranza Fausto Orsomarso (Fratelli d'Italia), Massimo Garavaglia (Lega) e Dario Damiani (Forza Italia) che permette, ai professionisti che aderiranno al concordato (che riguarda gli anni 2024-2025), di accedere a un ravvedimento per gli anni dal 2018 al 2023. In particolare, si legge sulla relazione dell'emendamento, «si prevede la possibilità di usufruire di un'imposta sostitutiva - parametrata al livello di affidabilità fiscale dei soggetti interessati - sull'incremento del reddito dichiarato, derivante dall'applicazione di percentuali di rivalutazione del reddito differenziate in base al punteggio Isa riportato dai contribuenti».

Si tratta di un 10% per chi ha il punteggio Isa dall'8 in su, mentre si arriva fino al 15% per i punteggi inferiori a 6. Ci sono però alcune eccezioni: per gli anni di imposta 2020 e 2021, impattati dal Covid, «si è ritenuto di applicare un'imposta sostitutiva con aliquote ridotte del 30%» rispetto a quelle previste per gli altri anni. Per quanto riguarda il 2018, invece, visto che il termine per l'accertamento scade alla fine di quest'anno, «il versamento dell'imposta sostitutiva deve essere effettuato in via anticipata, in un'unica soluzione o quanto alla prima rata, entro il 30 novembre». Inoltre, per poter aderire al ravvedimento per una o tutte le annualità considerate, i contribuenti «devono versare almeno l'importo minimo di mille euro per ciascuna annualità» qualora le regole per il calcolo dell'imposta sostitutiva producano una cifra inferiore. Analogamente a quanto previsto dal concordato, il contribuente ravveduto sarà esente da controlli, accessi, ispezioni o verifiche. Al fine di salvaguardare i contribuenti che si siano ravveduti prima dell'entrata in vigore di questa misura, qualora volessero aderire al nuovo istituto, «possono versare solo l'eventuale differenza rispetto alle somme già versate a titolo di ravvedimento».

In poche parole, pagando una cifra pattuita ci si metterà a posto col Fisco non solo per i due anni a venire, ma anche per i cinque precedenti. Ed è un vantaggio non da poco, visto che già ora chi aderisce ottiene due anni di esenzione dai controlli e l'opportunità, nel caso il suo fatturato aumentasse nell'esercizio successivo, di pagare sempre la stessa cifra. Inoltre, ci si mette al riparo dall'essere inseriti in apposite liste selettive e dall'inasprimento delle sanzioni accessorie per chi non aderisce o decade dal concordato. Alla scadenza dei due anni, però, l'Agenzia delle Entrate formulerà un'altra proposta di concordato. Per il governo, invece, il vantaggio sarebbe duplice: da un parte, si darebbe una forte spinta al concordato, dall'altra fluirebbe nelle casse un'altra fonte di gettito con la sanatoria. Intanto, già per i prossimi giorni è attesa una circolare dell'Agenzia delle Entrate con tutte le indicazioni su come si può venire esclusi dal concordato biennale.

Il viceministro dell'Economia Maurizio Leo, intervistato dal Messaggero, ha confermato l'idea del governo di abbassare l'aliquota dell'Irpef dal 35 al 33% per i redditi fino a 60mila euro. Un'ipotesi definita «percorribile» e che «sarebbe un segnale positivo».

La nuova manovra - stimata in 25 miliardi - partirà dai 12-13 miliardi per confermare il taglio del cuneo fiscale e l'accorpamento delle aliquote Irpef. Ci sarà poi un pacchetto da 5-6 miliardi per potenziare la natalità: «Ci sono diverse strade», ha detto il viceministro, «o potenziare l'assegno unico o introdurre detrazioni specifiche per i figli».

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