Niente cellulari alle scuole primarie e medie anche per scopi didattici. È quanto previsto dalle nuove "Linee guida sulla educazione alla cittadinanza" che saranno pubblicate prossimamente.
Secondo “quanto sta emergendo da diversi studi anche internazionali, è sconsigliato l'utilizzo anche a fini didattici dello smartphone dalle scuole d'infanzia alle scuole secondarie di primo grado”, si legge in una nota del ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara conferma quanto lo stesso titolare del dicastero di Viale Trastevere aveva anticipato in un colloquio con Il Foglio. “Per le scuole primarie è raccomandato invece l'utilizzo del tablet esclusivamente per finalità didattiche e inclusive", conclude. Anche la Francia, già dal 2018, vieta l’uso di telefoni cellulari alle elementari e alle medie. La stessa strada è stata poi imboccata da Svezia, Finlandia e Olanda. Le nuove linee guida, però, fanno un passo ulteriore rispetto a questi divieti.
"Non entro nei progetti del ministro Valditara però posso dire che noi quello che abbiamo fatto è già andato un pò in questo senso perché abbiamo istituito il parental control e quindi ora dobbiamo cercare di farlo utilizzare al meglio", ha commentato il ministro della Famiglia e delle Pari opportunità, Eugenia Roccella. Grande soddisfazione è stata espressa dal responsabile del Dipartimento Istruzione di Forza Italia, Valentina Aprea: “Condividiamo con il ministro Valditara che nella scuola dell'infanzia e nel primo ciclo l'uso del tablet sia solo didattico, per favorire apprendimenti personalizzati al passo con i tempi. Bene anche l'indicazione alle scuole e alle famiglie di evitare l'utilizzo dello smartphone nelle scuole di infanzia, primarie e secondarie di primo grado".
Apprezzamento per la scelta di Valditara è arrivato anche da Dirigenti Scuola che ritiene importante proteggere i minori dal bullismo online e aumentare il livello di attenzione dei giovani studenti. "Conosciamo bene le dispute e le discussioni che attorno al cellulare si consumano in aula con studenti sempre più insofferenti al cambio delle abitudini ormai consolidate in famiglia e sostenute dai genitori”, continua il sindacato, convinto che “regole chiare e certe, interiorizzate nel contesto scolastico, possano anche nel contesto familiare generare cambiamenti positivi, educando gli adulti per il tramite dei piccoli".
"Tuttavia non bisogna fare passi indietro sul digitale in classe”, chiude la nota osservando che “il vero pericolo è lasciare il digitale fuori dalla scuola” anche perché molti fondi del Pnrr destinati al mondo della scuola riguardano proprio l’innovazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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