Tanti copiano Meloni, ma lei è inimitabile

Il primo ministro Meloni replica secondo il suo stile comunicativo, mantenendosi sempre fedele a se stessa

Tanti copiano Meloni, ma lei è inimitabile
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Caro Feltri, come diceva il buon Dante dei suoi nemici: «Non ragioniam di lor, ma guarda e passa», Così dovrebbe fare anche la Meloni nei confronti di mummie fossili come Prodi, D'Alema o Bersani o dell'inconsistente Schlein, che spara solo slogan come un pappagallo, senza parlare di quel povero Giobbe di Conte, che non sa più dove si trova. Certo, la sede in cui si è espressa si presta a tali attacchi verbali, ma secondo me farebbe meglio a ignorarli.

Cordiali saluti
Gerardo Paoletti
Milano

Caro Gerardo,
il presidente del Consiglio deve ascoltare e anche replicare, ossia è giusto e opportuno che risponda. Se Giorgia Meloni non lo facesse, se ne direbbe, tanto per cambiare, che è illiberale, estremista, fascista, sprezzante nei confronti delle regole della democrazia. Il primo ministro Meloni replica secondo il suo stile comunicativo, mantenendosi sempre fedele a se stessa, anche per questo è la preferita degli italiani. Sarebbe snobistico da parte sua ignorare gli interventi dei deputati dell'opposizione o comunque degli oppositori e non proferire parola al riguardo, non fornire chiarimenti in merito alle insinuazioni fatte e ai quesiti sollevati. Apprezzo molto l'efficacia comunicativa della premier e penso che l'arte oratoria sia qualcosa che Meloni padroneggia e maneggia in modo stupefacente e che questa dote susciti terrore nei suoi nemici, consapevoli di non potere reggere il confronto dialettico con questa signora. Qual è la sua qualità vincente? La semplicità, ovvero l'immediatezza con la quale ella arriva all'ascoltatore, senza giri di parole, senza frasi ricercate, senza adoperare termini altisonanti e periodi complicati. Anche l'intercalare romanesco condisce il tutto e avvicina Meloni alla gente, da cui Schlein accusa la leader di FdI di essere lontana. Niente di più falso.

I grandi statisti e i grandi leader da sempre sono stati anche abili comunicatori, in grado di emozionare la platea, ossia di suscitare entusiasmo, commozione, pure risate. Penso, ad esempio, a Silvio Berlusconi, il cui stile ha fatto scuola e storia. Meloni possiede altresì presenza scenica. Lei comunica pure quando resta muta, lo fa attraverso le espressioni eloquenti, i gesti, il contatto visivo. Io trovo semplicemente geniale questa donna, della quale ho cominciato ad ammirare l'eloquio parecchi anni addietro. Pure quando sedeva nei banchi dell'opposizione, Giorgia ci deliziava con i suoi interventi puntuali, pungenti, arguti e divertenti.

Ho il sospetto che la segretaria del Pd e anche il capetto dei cinquestelle stiano provando a ricalcare Meloni, tentando di imprimere e dare vitalità ai loro discorsi monotoni e ripetitivi. Ma direi che non c'è gara. Schlein, allorché cerca di apparire popolana, risulta essere meno credibile che mai. Insomma, l'ambiente radical-chic da cui ella proviene, distante anni luce da problemi, angosce, preoccupazioni, profumi, odori e sapori delle periferie, se lo porta stampato in faccia. Giuseppe Conte invano si fa passare per l'avvocato del popolo. L'altro giorno in aula egli ha fatto la voce grossa, allo scopo di trasmettere indignazione nei confronti delle parole della premier, rea di avere osato oltraggiare i cinquestelle riferendosi ai trecento mila euro degli italiani che il partito di Conte ha seguitato a versare al comico Beppe Grillo.

Devo dire che Giuseppe in quella occasione mi ha fatto tanto ridere, ostentava in maniera veemente il suo disappunto. I cinquestelle hanno perso un comico, è vero, ma hanno acquistato un ridicolo.

Insomma, caro Gerardo, a mio giudizio, Meloni è ineguagliabile dal punto di vista dialettico. Tanti la copiano, ma nessuno può imitarla.

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