La situazione economica si fa sempre più difficile per le famiglie. Non soltanto, in ragione delle scelte compiute dall'Authority, bisognerà attendere qualche mese perché la contrazione del prezzo del gas all'ingrosso si traduca anche in bollette più leggere, ma bisogna pure fare i conti con pieni di benzina quanto mai salati per gli automobilisti. È la gente comune, chi insomma vive del proprio stipendio, che ora sta pagando il prezzo più alto.
A questo punto è necessario che l'esecutivo guidato da Giorgia Meloni sappia segnare una vera discontinuità rispetto allo statalismo dirigista di quanti hanno governato in precedenza. Questo vuol dire iniziare ad aggredire la spesa e ridimensionare il ruolo della funzione pubblica nella società italiana, da un lato, ed eliminare una serie di barriere che oggi ostacolano la libera iniziativa privata e riducono la concorrenza. Questo non è facile, ma è necessario.
In questo senso è cruciale che la promessa di riduzione delle tasse, che è stata al centro della campagna elettorale, venga presto tradotta in realtà; e naturalmente non ci si può limitare a piccoli aggiustamenti, perché un Paese in declino come il nostro ha bisogno di una vera scossa.
Oltre a ciò è opportuno cancellare una serie di barriere al libero mercato che sussistono solo perché sono difese da coalizioni di interessi molto organizzate e influenti. Eppure abolire quegli oligopoli legalizzati sarebbe di grande aiuto per l'insieme della società.
Una recente ricerca dell'Istituto Bruno Leoni ha stimato in circa 900 euro all'anno per famiglia il risparmio che potrebbe derivare da alcune liberalizzazioni: dal gas ai carburanti per l'autotrazione, dai farmaci di fascia C fino al trasporto locale. Si tratterebbe di scelte che in quanto tali non comporterebbero costi per le casse pubbliche, ma che certo esigono coraggio politico, poiché andrebbero a colpire privilegi consolidati.
La maggioranza attuale, però, deve saper mettere al centro taluni principi liberali, su cui non può in alcun modo mediare. E oltre a ciò è bene che sappia operare anche nel suo stesso interesse, perché o fa scelte che permettono all'economia di ripartire e aiutano le famiglie italiane a far fronte alla crisi, oppure pagherà un prezzo molto alto alle prossime consultazioni.
In America si sottolinea spesso che oltre Atlantico le elezioni si vincono sui temi economici: perché se il Paese va bene e i conti dei bilanci familiari migliorano, solitamente chi ha governato negli anni precedenti è confermato. Non è una regola ferrea, ma quasi.
Per il loro bene, è opportuno che quanti oggi sono al governo ne tengano conto.
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