Dopo il Consiglio dei ministri e un avvio di autunno politico che si preannuncia bollente, Giorgia Meloni ha rilasciato un'intervista al quotidiano economico Il sole 24 ore per tracciare la linea per i prossimi mesi. Ha individuato gli obiettivi futuri e fatto chiarezza su quelli raggiunti, sottolineando la necessità di una indicazione di rigore per riuscire a centrare tutti i target individuati. Ma ha anche liberato il campo dalle ipotesi che non sono al momento in discussione: "Il tema della privatizzazione dei porti non è all'ordine del giorno e non credo sia un tema da campagna elettorale". Si chiude così un capitolo aperto di recente, in nome di altri interventi che a parere del premier sarebbero maggiormente centrali nell'amministrazione del Paese.
Tra questi, l'entrata del governo nella Netco di Tim: "Abbiamo ereditato una serie di dossier strategici sui quali i governi non avevano voluto mettere la faccia. Noi sì. Abbiamo fatto delle scelte mantenendo il controllo pubblico della rete e difendendo un regime di libero mercato". Nella sua intervista, il premier ha anche difeso l'intervento sugli extraprofitti delle banche, intesi come rendita di posizione e non di intraprendenza imprenditoriale: "Sono il frutto della decisione della Bce di alzare il tasso di interesse. Gli istituti di credito hanno adeguato con grande tempestività gli interessi attivi, quelli relativi, per esempio, a un mutuo. Gli interessi passivi, invece, li hanno lasciati invariati. Tassare quel margine è una cosa di buon senso".
Importante anche il passaggio sulla sicurezza interna, che passa anche dalla lotta contro il degrado delle periferie. I casi di abuso delle ultime settimane a Caivano e a Palermo hanno sollevato quella cortina che tende a cadere sui problemi che gravano da sempre su certi quartieri. "Se lo Stato viene percepito come distante, ci deve essere. Perciò, come primo immediato intervento, bisognerà riaprire la palestra, i centri che fanno un lavoro importante di educazione e socializzazione. Ma non voglio anticipare troppo, sono decisioni che si prenderanno nei prossimi giorni", ha spiegato Meloni, che giovedì dovrebbe essere a Caivano "non per una passerella", come ha spiegato lei stessa.
In ottica europea, guardando alle elezioni di giugno, il presidente del Consiglio si dice tranquillo sulla tenuta della sua maggioranza: "Naturale che in vista delle europee si valorizzino le differenze. Ma sono ottimista. Nel centrodestra siamo sempre stati capaci di fare sintesi su tutto". Quindi, ha aggiunto: "Nessuno metterà a repentaglio tutto questo per un punto percentuale alle europee. Sono convinta che, lavorando bene, tutti i partiti della maggioranza potranno crescere. E io farò quello che posso perché si vada in questa direzione". Guardando al di là dei confini del Vecchio Continente, invece, ha spiegato: "Non prevedo che il nostro rapporto con la Cina diventi complicato. Tra Roma e Pechino le relazioni sono antiche e ci sono grandi e reciproche convenienze, non solo in ambito commerciale".
Questo, ha proseguito, "al di là dell'accordo sulla via della Seta, su cui le scelte andranno meditate e discusse in Parlamento, non c'è una relazione diretta tra quella firma e le relazioni commerciali".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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