Chiavari (Genova)«Contarci per contare». Parla da sé il titolo dell'iniziativa con cui, in pieno Salone, è nato a Chiavari il comitato Operatori Nautici Italiani (Oni). Complementare e non contrapposto a Ucina-Confindustria Nautica, il nuovo network intende dare voce all'indotto, quello delle piccole realtà che, subendo duramente le conseguenze della crisi al pari degli altri, non hanno gli strumenti per sopravvivere.
«Vogliamo far capire a chi sta decidendo della vita e della morte della nautica che, dietro la criminalizzazione di questo settore, ci sono migliaia di famiglie indifese perché partite Iva non operaie, non rappresentate da nessuno», si legge nel manifesto del gruppo, nato da una costola del comitato ligure Operatori Nautici Tigullio (Ont) che, da circa un anno, opera a livello locale per sostenere l'economia del mare in difficoltà, soprattutto a Lavagna (Genova). L'invito per meccanici, elettricisti, tappezzieri e negozianti, ma anche ristoratori, operatori turistici e distributori che lavorano prevalentemente o in parte con yacht e porticcioli, consiste nella compilazione di un questionario sul sito www.operatorinauticitaliani.org per aiutare il Comitato a misurare una forza produttiva altrimenti difficilmente censibile. Gli strumenti in mano alle Camere di commercio non permettono infatti di collegare al settore tutti quegli artigiani e professionisti che si dedicano a questa eccellenza del made in Italy e che invece vanno, soprattutto in una fase di difficoltà, individuati e tutelati.
«Tali lavoratori sono legati al territorio e quindi non possono cercare, come fanno giustamente i produttori, la scappatoia dell'export - spiega il promotore Claudio Moscino, responsabile Nautica Nazionale nell'Ont - vogliamo aiutarli affinché le loro competenze non si disperdano». La sua preoccupazione è simile a quella già vista sui cartelli delle proteste all'inaugurazione del Salone di Genova, quelli con la domanda «Un disoccupato della nautica è meno disoccupato?»: se i cantieri e i grandi fornitori soffrono, ma hanno ancora le risorse per cercare commesse lontano pur non facilmente, le aziende e i singoli che possono contare solo sulle proprie forze, invece, boccheggiano già da troppo tempo e sono vicini a un punto di non ritorno. Lo sanno bene in Liguria, dove la scorsa estate i transiti nei porticcioli hanno registrato un tracollo del 75%, e da dove non è perciò casuale che sia partita questa iniziativa.
Come Ucina, anche Oni vuole fare propria la battaglia culturale per spazzare finalmente via l'odiosa equazione diportista-evasore e rilanciare il turismo nautico.
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