Il gregge dei fannulloni cacciati dalla polizia e riassunti dal giudice

Il gregge dei fannulloni cacciati dalla polizia e riassunti dal giudice

E adesso che ne sarà di loro? Siamo seriamente preoccupati per il popolo dei nullafacenti. Il variegato popolo che infila le mani in tasca e se ne va fischiettando dall’ufficio. O si dà malato per verniciare le pareti di casa o, peggio, veleggiare? Adesso che il ministro Brunetta ha ottenuto ciò che voleva, il popolo dei nullafacenti rischia davvero l’estinzione?
Chissà, forse un giorno non andranno più in scena scempi con annesse burle giudiziarie come quella di Portici. Dove, in Comune, 58 dipendenti su 70 risultavano assenteisti. Lavorava uno su sette e gli altri si facevano timbrare il cartellino dai colleghi più ligi al dovere. Morale? Ci fu un blitz della polizia, accadde in marzo, che ne arrestò 36 e indagò altri 22. L’accusa: truffa ai danni dello Stato e falso. Tutto documentato, tutto rigorosamente certificato dagli occhi di due telecamere che per settimane avevano ripreso l’allegro via vai. Anzi, più via che vai, dei signori e delle signore del Palazzo comunale. Che se ne andavano a far shopping o passeggiare lasciando l’anagrafe e gli altri uffici, dove la gente stava in coda, in mano a una dozzina di colleghi costretti a sudare. Peccato che tutti i dipendenti sotto accusa hanno riavuto il loro posto di «lavoro» e torneranno allegramente in Comune entro una decina di giorni, quando il provvedimento di riammissione diventerà esecutivo.
Da Portici a Partinico, Sicilia, non è un viaggio, ma le scorciatoie per lavorare meno si trovano sempre. Con i suoi 31mila abitanti il Comune alle porte di Palermo vanta un particolarissimo record: il municipio più affollato d’Italia: un dipendente ogni 63 abitanti. Totale: 470 impiegati, distribuiti in 14 settori e 90 unità organizzative. Nella roccaforte dell’ozio figurano 19 impiegati all’anagrafe, 20 alla biblioteca, 28 alla casa di riposo, 9 ai servizi cimiteriali e 20 addetti al verde pubblico anche se il Parco comunale sta andando in malora. In compenso gli addetti alla manutenzione degli immobili sono 25, di cui 7 distaccati a lavori di segnaletica e illuminazione stradale, mentre gli altri 18, secondo le solite malelingue, si limiterebbero a cambiare lampadine di uffici comunali. Nessun altro esempio può illuminarci efficacemente sulla veridicità delle rilevazioni rese note ieri, secondo cui il 25 per cento dei dipendenti pubblici in Italia è improduttivo.
E come dimenticare la quintessenza virtuale del dolce far niente: internet. Forse è per questo che la Regione Friuli-Venezia Giulia ha deciso bloccare l’accesso di tutti i dipendenti a Facebook. D’ora in avanti nessun computer della Regione potrà accedere alle pagine del popolare social network. Niente più chat. «Non si ravvedeva» la necessità che i tremila dipendenti «colloquiassero» su internet con gli amici durante l’orario di lavoro. Tempi duri in vista, dunque, persino per chi sta seduto al proprio posto ma si assenta, navigando.
Navigare o sciare in fondo è la stessa cosa deve aver pensato un agente di polizia, G. F. che, in malattia dal 17 febbraio al 18 marzo 2008, per «sindrome influenzale», era stato sorpreso dai colleghi sulle piste di Courmayeur. «Ero in montagna per non lasciarmi demoralizzare dai miei disturbi» si era difeso. E il giudice di Aosta lo salvò sentenziando che «chi è in mutua non ha l’obbligo di rimanere a casa».
La vicenda fa giusto il paio con quella di Oliviero P. che, da poco assunto alla Ninz di Rovereto, aveva cominciato a marcare visita per colpa di una fastidiosa ernia inguinale. Giorni, settimane di malattia. Fin quando qualcuno sintonizza il televisore su una tv locale e vede l’operaio sofferente d’ernia che in tv balla e fa acrobazie. «Me l’ha prescritto il medico per fare moto», si era difeso quando la ditta gli aveva chiesto conto. Sentenze premianti e sentenze che si fanno fatica a scrivere. Come quella grazie alla quale è entrato nel Guinness dei primati il giudice Edi Piatto. Che ci ha messo otto anni per scrivere la sua e mettere fine a un processo costato troppo tempo e troppo denaro allo Stato.
Cambieranno le cose con l’arrivo del decreto Brunetta? Certo fino a oggi, tra sentenze e cavilli, i furbi del cartellino l’hanno fatta quasi sempre franca. Come i dipendenti dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, dodici fra medici e infermieri, cui i Nas avevano contestato sostituzione di persona, falsità ideologica da parte di incaricato di pubblico servizio e truffa. Si era scoperto che passavano le giornate tra jogging, palestre, gite e altre amenità. Non solo sono tornati al «lavoro» sei mesi dopo la denuncia, ma hanno fatto pure causa per mobbing.
E a scuola? Citiamo il più emblematico dei casi emblematici, quello del professor M. che all’Istituto tecnico Moreschi di Milano dopo una «sfuggente» carriera ventennale superò se stesso nel biennio 2002-2004 accumulando 709 giorni di assenza. Ufficialmente per artrosi cervicale. Ma con lunga degenza nella sua casa di Patti Marina. Raro esempio di punizione, è stato condannato a pagare al ministero 50mila euro di risarcimento.
«Entra in Marina e girerai il mondo», recitava lo slogan.

Tutto il personale civile del Distaccamento di Napoli della Marina militare lo aveva preso fin troppo alla lettera tanto che in 228 hanno ricevuto un avviso di garanzia, per assenteismo. Nell’ambito dell’operazione «Fantasma». Appunto.

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