Così il terrorismo islamico entra nelle menti dei nostri figli

Cartoni animati che raffigurano attacchi terroristici e ragazzini italiani che emulano i boia di Parigi

Così il terrorismo islamico entra nelle menti dei nostri figli

In questi giorni non si fa che dibattere se chiudere o meno le frontiere per arginare il pericolo di nuove infiltrazioni terroristiche in Italia e in Europa.

Ma ci sono frontiere ancora più facili da valicare e sono quelle del web. E per la precisione parliamo di Youtube dove il Centro ricerca di École Universitaire Internationale, monitorando la rete, ha trovato inquietanti video dove personaggi dei cartoon molto amati dai bambini, come Peppa Pig, Teletubbiese, Spongebob e Simpson simulano dei veri e propri attentati, al grido di Allah Akbar, frase comunemente usata dai terroristi islamici al momento di farsi esplodere o durante un attentato.

Tutto naturalmente è inserito al centro di una storiella creata ad arte per non dare troppo nell’occhio e che, ad un osservatore poco attento, può apparire innocua. Ma innocua non lo è affatto, infatti in questi video c’è un messaggio neanche troppo subliminale, che inneggia ad attentati terroristici in nome di Allah. Per capire meglio di cosa stiamo parlando vi invitiamo a cliccare qui https://www.youtube.com/watch?v=9yXoR1BIpLU, e capirete da soli come questi video siano pericolosi, soprattutto per la facilità con cui i ragazzi, non solo musulmani, vi vengono in contatto. Quello che spaventa poi sono i like, che arrivano pensate a 3.331, contro i soli 300 di dissenso. Per non parlare delle condivisioni. E altre fatto inquietante. In uno dei tanti video dove Spoongebob si fa saltare in aria, un altro personaggio della storia mette in evidenza la bandiera dell’Isis , dove però in questo caso la scritta è capovolta. Secondo gli esperti, sembra proprio un riferimento ad una specifica arma usata dai terroristi. Non solo, in un altro episodio si vede saltare una cisterna, un modello simile a quella fatta esplodere a Nāṣiriya. Semplici coincidenze o messaggi neanche troppo subliminali?

Questi video sono stati postati molti mesi fa, uno risale allo scorso agosto. Perché non sono stati rimossi? Possiamo capire che i vertici di Youtube non possano monitorare tutto ciò che passa per il loro canale, ma se non loro, i servizi segreti esteri o italiani e le varie intelligence perché non se ne accorgono al pari del Centro di ricerca di École Universitaire Internationale o come anche i tanti giornalisti e addetti ai lavori sul web? Mistero. A meno che, come vogliamo sperare, è una loro precisa tattica per riuscire a scovare dietro a chi posta questi video, possibili attentatori o sicuri estremisti musulmani.

Ma un video più inquietante il Centro di ricerca italiano lo ha scovato qualche giorno fa, e precisamente sabato, il giorno dopo la strage di Parigi, su una chat di Whatsapp. Un video girato e postato da ragazzini italiani, di 11 massimo 13 anni, che si riprendono mentre emulano l’attentato terroristico avvenuto nel teatro di Parigi, lo scorso venerdì. Si vedono tre ragazzini uno in piedi con un fucile e gli altri due inginocchiati. Il primo spara tre colpi. Uno alle gambe, uno alla schiena e quello finale alla testa. Esattamente come è avvenuto realmente nell’attentato dove le vittime sono state freddate e uccise a colpi di arma da fuoco. La stessa identica sequenza è stata ripetuta nel video alla perfezione. Il ragazzino addirittura emulando il terrorista grida: “Allah Akbar!”, mentre gli altri due inginocchiati fanno finta di morire dopo i colpi alla testa.

Ma la cosa inquietante, oltre il video naturalmente, è stata la risposta degli altri utenti di questa chat e non protagonisti del video. Ovvero quello di apprezzarlo e condividerlo con altri. Anziché condannarlo o prendere una presa di posizione. Non c’è stato nessun commento negativo, forse per la paura di essere derisi, emarginati o ghettizzati dagli altri.

Tutto questo dimostra un’acquisizione altissima da parte di questi ragazzini di ciò che vedono in tv o sui social network. Anche questo video, comparso su Youtube, non è stato né rimosso e né oscurato da parte di chi dovrebbe vigilare o almeno attenzionare questo tipo di video, dove sono presenti dei minori da tutelare. Un fatto che fa riflettere. La stessa Sabrina Magris, Presidente dell École Universitaire Internationale, ha affermato: “Questo tipo di messaggio è pericoloso in quanto influisce sui nostri ragazzi, i nostri giovani che sono di fatto il nostro futuro. Episodi di questo genere, che emulano aggressioni e violenza come se fossero un videogioco, ma che invece sono fatti tragicamente reali, farà sì che un giorno questi che ora sono solo dei ragazzini, diventeranno persone adulte cui sembrerà lecito compiere atti di questo genere. Se non si monitorano questi episodi in cui i ragazzi mostrano una seria mancanza di discernimento tra ciò che è giusto e sbagliato, da adulti essere “normalmente” aggressivi per loro sarà naturale”.

Proprio per cercare di arginare questo, il gruppo di psicologi, sociologi ed esperti inscienze politiche di École Universitaire Internationale sta per pubblicare uno studio, (ilprimo in Italia), diretto da Sabrina Magris e Alessio Baroncelli insieme a Febronia Riggio eLucia Falchini che sono solo due

dei tanti nomi che compongono il grande e valido gruppodi psicologi, sociologi ed esperti in scienze politiche al fine di divulgare queste importantinotizie e dati per prevenire e gestire situazioni di questo genere.

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