Guadagnino in "Queer" evita la retorica Lgbtq (come Burroughs)

Il regista: "Un sogno portare al cinema il romanzo del grande autore". Le scene di intimità di Daniel Craig e Drew Starkey

Guadagnino in "Queer" evita la retorica Lgbtq (come Burroughs)
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Queer di Luca Guadagnino è il meno italiano dei film italiani visti finora in concorso (e non solo) alla Mostra del Cinema di Venezia. Adattamento dell'omonimo romanzo di William Burroughs, Queer è ambizioso e pieno di dettagli interessanti. In sostanza è una storia d'amore omosessuale (ma il mondo Lgbtq non c'entra niente) che diventa un viaggio alla scoperta di se stessi. La lista delle cose positive: l'interpretazione di Daniel Craig nei panni di Lee, trasparente alter ego di Burroughs; le scene di sesso coreografate come una danza; il romanticismo a ciglio asciutto; i tocchi horror; il giusto spazio lasciato al mondo di Burroughs, tanto che, oltre a Queer, è facile riconoscere lo strepitoso Le lettere dallo Yage, mentre l'amuleto a forma di centipede allude a Pasto nudo e all'intera Trilogia Nova. La lista delle cose negative è minima: manca un aspetto di Burroughs, ovvero il senso dell'umorismo; forse la scena finale, un sogno in cui Lee spara all'amante giocando a Guglielmo Tell, non è chiarissima se non si è al corrente che in effetti Burroughs uccise così sua moglie. Ma sono minuzie. Resta intatto il piacere di vedere un regista italiano che si misura, e così bene, con un autore visionario come Burroughs. Guadagnino ha molti fan in laguna e infatti alla proiezione del mattino assistiamo a un applauso a scena chiusa, ovvero prima che il film sia iniziato. Applausi che riprendono non appena appare sul grande schermo il nome del regista. Queer andrà a vincere qualche premio sabato prossimo? Certamente è in corsa.

Craig: «Se non fossi stato in questo film l'avrei guardato e avrei voluto esserne l'attore. Abbiamo parlato e discusso molto del ruolo di Lee, uno dei talenti di Luca è che vuole le opinioni di tutti. Lui ha le sue opinioni molto forti, ma vuole sentire anche quelle degli altri». A proposito delle scene di intimità con Drew Starkey (molto bravo, interpreta l'amante di Lee), Craig ha rivelato che «c'è una coreografia che è una parte molto importante del film, io e Drew abbiamo iniziato a fare delle prove mesi prima di iniziare a girare, ballare con una persona rompe il ghiaccio. Ci siamo avvicinati a queste scene, ma non c'è nulla di intimo in una scena di sesso. Ci sono delle persone in una stanza che ti guardano durante le riprese, noi volevamo che fosse toccante, commovente, realistico e il più naturale possibile. Drew è un attore fantastico, abbiamo fatto sì che fosse divertente».

Guadagnino: «Ho letto il libro di William Burroughs a 17 anni.

Da ragazzo volevo cambiare il mondo attraverso il cinema e, poiché volevo essere fedele a quel giovane, ho continuato a pensare di dover portare questo romanzo al cinema».

Missione compiuta. Con rispetto e senza fare ricorso a trucchi alla James Bond.

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