Le 5 bare col Tricolore sotto la Torre Eiffel: l'ombra del Cremlino nei giorni del D-Day

Nella giornata simbolo del 6 giugno non ci sarà alcuna delegazione russa in Normandia

Le 5 bare col Tricolore sotto la Torre Eiffel: l'ombra del Cremlino nei giorni del D-Day
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C'è nuovamente voglia di equazione; come due anni fa, quando dopo l'attacco russo a Kiev venne naturale il paragone tra la Germania nazista e l'Europa da liberare: dunque il distinguo, tra mondo libero da difendere e invasore da condannare, pensando oggi all'Ucraina invasa da Putin e ai gialloblù da sostenere senza indugi. Ma, proprio come ottant'anni fa non c'era unanimità in occidente, sul fidarsi allora della Russia di Stalin, oggi, alla vigilia delle commemorazioni del D-Day, ci si presenta con opinioni diverse: specie sulla possibilità che Putin possa sedersi prima o poi a un tavolo di pace.

Alla fine ha prevalso la linea americana: e per celebrare l'80º anniversario dello Sbarco degli Alleati, che salvò l'Europa dal Terzo Reich anche grazie ai soldati di Mosca, i cui festeggiamenti sono appena iniziati, nella giornata simbolo del 6 giugno non ci sarà alcuna delegazione russa in Normandia, né l'ambasciatore in Francia. Se Roosevelt nel '44 si fidò di Stalin, ed ebbe ragione, oggi Biden non si fida di Putin. E non vuol concedergli neppure un'apertura di credito. Bocciata dunque la linea francese, che in casa propria i diplomatici russi (non Putin) li avrebbe accolti, pur mostrando fermezza al fronte.

Su queste basi, dopodomani, i leader occidentali parleranno di libertà da vari punti dell'operazione Overlord: ci saranno il presidente Usa Biden, Carlo III d'Inghilterra con Camilla e William, rappresentanti del Commonwealth. Forse anche Zelensky (invitato) e per l'Italia il capo dello Stato Mattarella. Poi sulla spiaggia di Omaha, col padrone di casa Macron, anche il cancelliere tedesco Scholz, che domenica ha vantato il dispiegamento di ulteriori unità militari negli Stati baltici annunciando una brigata permanente come prova di forza: «Una svolta per dimostrare alla Russia che siamo pronti a difendere ogni centimetro del territorio Nato». Scholz sostiene che la diplomazia avrà successo solo attraverso la fermezza, ma ci sono varie sfumature di grigio da discutere con gli alleati: di Ucraina e Nato, i leader parleranno infine insieme giovedì pomeriggio a Caen. Ma preoccupa pure un ulteriore tassello, riconducibile all'odierna volontà russa di destabilizzazione dell'Europa. Nel fine settimana 5 bare coperte da una bandiera bleu blanc rouge con su scritto «Soldato francese dall'Ucraina» sono apparse intorno alla Tour Eiffel riaccendendo il fantasma di una guerra psicologica sempre più forte: «L'idea di inviare soldati francesi in Ucraina finirà con le bare coperte dalla bandiera tricolore a Orly», aveva detto da Piotr Tolstoj, vicepresidente della Duma, la Camera bassa russa, avvertendo Macron dopo i suoi proclami tv. Sabato le bare collegate a quelle parole. Arrestati tre uomini: nati in Bulgaria, Germania e Ucraina, mentre il NYT mette in guardia pure dalla disinformazione russa. Un gruppo di hacker chiamato Storm-1679 a colpi di video finge allarmi sulle Olimpiadi. Falsi servizi marchiati Bbc, Al Jazeera, tv francesi. Oltre al fronte ucraino, c'è una guerra ibrida in Europa.

Macron ha scelto quindi di ritirare l'invito ai russi; non solo per non urtare Washington. Non sarà insomma come il 2014, quando il D-Day fu l'occasione per far parlare Putin e Poroshenko nonostante la Crimea già annessa.

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