“Approvati obiettivi”. C’è l’ok di Netanyahu all’attacco in Iran

Non sono stati rivelati obiettivi specifici e giorno dell'attacco, ma Israele sarebbe pronto alla rappresaglia per l'attacco del 1 ottobre da parte dell'Iran

“Approvati obiettivi”. C’è l’ok di Netanyahu all’attacco in Iran
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Benjamin Netanyahu avrebbe dato il suo assenso alla rappresaglia israeliana, dando l'ok agli obiettivi da colpire in territorio iraniano come risposta per gli attacchi dello scorso 1 ottobre. A riferirlo sarebbe stata una fonte israeliana ad Abc News ma al momento non sono state fornite ulteriori indicazioni su quale sia la tipologia di obiettivi che verranno colpiti. Quel che manca nelle informazioni riferite ad Abc News sono anche i tempi dell'attacco: per garantirsi l'effetto sorpresa, infatti, questa informazione resterà top secret, probabilmente fino al momento in cui partirà la replica di fuoco.

Stando ad altre fonti riportate dalla Cnn, il piano per l'attacco di Israele all'Iran sarebbe pronto e il primo ministro Benjamin Netanyahu avrebbe assicurato agli Usa, suoi alleati, che sarebbe limitato a obiettivi militari e non a impianti petroliferi o nucleari. Per il Wall Street Journal, la '"promessa" di Netanyahu sarebbe arrivata nella telefonata di mercoledì scorso con Biden e nei contatti di questi giorni tra il segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, e il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant.

Il rischio di attacco a obiettivi strategici non militari era, e resta, una delle maggior preoccupazioni di questo conflitto, perché porterebbe a una nuova, e inevitabile, grave escalation della guerra nella zona. Un attacco israeliano ai principali siti nucleari in Iran è "improbabile", sostiene l'agenzia atomica iraniana, ma da Israele specificano che la rappresaglia avverrà solo e solamente "sulla base dell'interesse nazionale di Israele". Da giorni comunque si vocifera che Israele vorrebbe condurre il suo assalto prima del voto negli Stati Uniti, che si terrà il prossimo 5 novembre.

C'è, quindi, una finestra temporale di circa 20 giorni per l'attacco. Teheran, di tutta risposta, ha affermato di essere "pienamente" preparata "a una risposta decisa a qualsiasi avventurismo del regime sionista, mentre compie tutti gli sforzi possibili per proteggere la pace e la sicurezza del Paese".

Così ha fatto sapere l'Iran per bocca del suo ministro degli Esteri, Seyed Abbas Araghchi, avvertendo che ci saranno conseguenze tanto su Israele quanto "sul suo principale sostenitore, gli Stati Uniti d'America". Così è stato spiegato al segretario dell'Onu dall'Iran, nel corso di uno dei colloqui intercorsi in questi giorni.

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