I russi scatenano l'inferno: perché Putin vuole a tutti i costi Chasiv Yar

L'esercito di Mosca punta a questa città per spezzare la cintura difensiva degli ucraini nel Donetsk. Le truppe di Kiev soffrono per la carenza di uomini, rifornimenti e munizioni. Il generale Syrsky: "La situazione è peggiorata"

I russi scatenano l'inferno: perché Putin vuole a tutti i costi Chasiv Yar
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Chasiv Yar sarà il prossimo “grande tritacarne” della guerra in Ucraina. L’esercito russo bombarda questa città nel Donetsk dal 2022 e da circa un mese 20mila soldati di Mosca premono sulle sue porte, martellando le postazioni dei difensori con ordigni plananti e artiglieria. Presto, in questo insediamento arroccato su un’altura inizieranno i combattimenti strada per strada.

La città ha un grande valore strategico. La sua conquista, infatti, permetterebbe alle forze del Cremlino di muovere contro la cintura difensiva ucraina nell’oblast’ orientale, costituita dalle città Kostiantynivka, Druzhkivka, Sloviansk e Kromatorsk. In particolare, quest’ultima è lo snodo ferroviario più importante della regione e vitale per il trasporto di uomini e materiale bellico in prima linea. Secondo l’intelligence di Kiev, inoltre, “Putin vuole una vittoria militare in occasione dell’anniversario della vittoria della Russia sul nazifascismo, il 9 maggio”.

Stando a quanto riferito dall’Institute for the study of war, l’armata dello zar ha intensificato le operazioni offensive per “sfruttare la finestra di tempo prima che arrivino gli aiuti militari sbloccati dal voto al Congresso”. Il capo di Stato maggiore Oleksandr Syrsky ha ammesso che “la situazione per le nostre truppe è peggiorata, mentre le forze armate russe stanno ottenendo successi tattici in varie zone” lungo tutto il fronte. Chasiv Yar, però, non sarà una preda facile. Gli ucraini hanno costruito fortificazioni sin dal 2014 e la sua posizione sopraelevata, unita al canale Siverskyi Donets-Donbas, limita il modo in cui possono essere utilizzate le unità meccanizzate. Per conquistarla, servirebbero almeno 40mila soldati. Per questo motivo, i russi stanno sfruttando al massimo la loro potenza di fuoco superiore: l’80% degli edifici è stato danneggiato, il che riduce le coperture a disposizione degli ucraini, e i droni prendono di mira i veicoli che trasportano rifornimenti e truppe fresche. È la stessa strategia adottata a Bakhmut, velocizzata dall’utilizzo delle bombe plananti capaci di abbattere più rapidamente le costruzioni e molto difficili da intercettare.

Da parte loro, gli ucraini stanno affrontando una carenza allarmante di munizioni e uomini. Per ogni colpo di artiglieria sparato dai difensori, i russi rispondono con dieci e molti feriti curabili muoiono nell’attesa dell’evacuazione. Secondo fonti locali, gli uomini di Kiev si rifugiano negli scantinati, riempiti di scorte di cibo, acqua e legno.

Delle oltre 12mila persone che abitavano a Chasiv Yar prima della guerra, inoltre, ne sono rimaste appena 700. Una situazione disperata, dunque, che presto costringerà il comando ucraino a prendere una decisione: salvare l’esercito o mantenere il territorio.

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