I punti chiave
- Yevgheny Prigozhin: l'attore principale
- Vladimir Putin: il presidente sotto tiro
- Sergej Shoigu: il bersaglio di Prigozhin
- Valerij Gerasimov: l'altro bersaglio di Prigozhin
- Sergej Surovikin: il comandante dell'"operazione speciale" in Ucraina
- Razman Kadyrov
- Yunus-Bek Evkunov: il vice ministro della Difesa
- Vladimir Alekseev: il vice capo del Gru
Vladimir Putin si è sentito tradito dal vecchio amico Yevgheny Prigozhin. O meglio, per usare le parole del presidente russo, "pugnalato alle spalle". Il capo del gruppo Wagner, da mesi in aperto dissidio con la leadership militare del Cremlino, ha deciso che era arrivato il momento di varcare l'ultima linea rossa. Dopo le accuse, gli insulti e le minacce, ecco l'annuncio della marcia su Mosca. Una scelta che Prigozhin appare intenzionato a portare fino in fondo, a meno che Sergej Shoigu e Valerj Gerasimov, rispettivamente ministro della Difesa e capo di Stato Maggiore russo, non accetteranno di incontrarlo.
Il punto è che la rabbia del fondatore dell'organizzazione di mercenari è rivolta proprio contro Shoigu e Gerasimov, ritenuti responsabili della debacle russa in Ucraina, di non aver voluto inviare armi e munizioni necessari alla Wagner impegnata al fronte e, soprattutto, di aver causato la morte di migliaia di soldati del gruppo. In uno scenario del genere, Putin ha promesso di punire i responsabili della rivolta, mentre vari alti funzionari militari russi, tra cui Sergei Surovikin, comandante dell'”operazione speciale” in Ucraina, e il leader ceceno Ramzan Kadyrov hanno condannato il gesto Prigozhin schierandosi con il capo del Cremlino. Ecco, nel dettaglio, gli otto protagonisti del terremoto politico che sta scuotendo la Russia.
Yevgheny Prigozhin: l'attore principale
La scintilla è partita dall'ex chef di Putin. Il nome di Prigozhin è collegato a doppia mandata al gruppo Wagner, un gruppo mercenario da lui fondato vicino a Mosca. Ha combattuto in Ucraina, fino a pochi mesi fa, al fianco delle forze del Cremlino, salvo poi iniziare ad accusare il ministero della Difesa di incapacità e di non voler inviare munizioni necessarie per fronteggiare i soldati di Kiev. La spaccatura è diventata sempre più grande e inconciliabile fino all'ultimo atto. Prigozhin è entrato a Rostov, con i suoi uomini, promettendo di prendere tutte le misure necessarie per rovesciare la leadership militare russa a Mosca. Non ha mai attaccato direttamente Putin, al contrario di Shoigu e Gerasimov.
Vladimir Putin: il presidente sotto tiro
Putin non è mai stato il bersaglio principale degli attacchi di Prigozhin ma, di fatto, stiamo assistendo ad un braccio di ferro tra loro due. Sia il il capo della Wagner che il presidente russo hanno fatto i loro calcoli. Il primo sa di non poter fallire nel suo intento rivoltoso, qualunque esso sia. Pena: l'eliminazione fisica, per altro già anticipata dal procedimento penale per appelli alla ribellione armata sollevato contro di lui dall'Fsb. Dall'altro lato se, come detto, i servizi russi si sono così espressi contro Prigozhin, allora significa che anche il capo del Cremlino ha avallato la loro scelta. Consapevole anch'egli dei rischi, ma evidentemente convinto di poter aggiustare la situazione. Putin ha dichiarato che difenderà la nazione ad ogni costo. Il suo obiettivo è chiaro: stroncare la ribellione del suo ex amico.
Sergej Shoigu: il bersaglio di Prigozhin
Il ministro della Difesa russo è uno dei bersagli delle invettive di Prigozhin. Shoigu è un personaggio particolare, fedelissimo di Putin e già protagonista dell'offensiva russa in Crimea del 2014. In quell'occasione, citò la frase di Alessandro III, il fu imperatore russo, sentenziando che "la sovranità della Russia è garantita dal suo esercito e dalla sua flotta". Ora è finito nel mirino del capo della Wagner, in una faida aperta tra il gruppo dei mercenari e la Difesa di Mosca. È stato accusato da Prigozhin di incompetenza militare e ritenuto responsabile degli insuccessi conseguiti dai russi in Ucraina, oltre che responsabile di non aver voluto inviare alla Wagner le munizioni necessarie per conquistare Bakhmut.
Valerij Gerasimov: l'altro bersaglio di Prigozhin
Gerasimov è l'altro bersaglio di Prigozhin. In seguito allo scoppio della guerra in Ucraina, il capo di Stato maggiore interforze è finito al centro di numerosi misteri. Lo scorso 26 febbraio si era sparsa la voce secondo la quale sarebbe stato allontanato da una riunione da Putin in persona. Altre fonti parlavano addirittura di un "commissariamento" dell’esercito e di una sua sostanziale destituzione. Ad aprile è stato invece segnalato nel Donbass a coordinare le operazioni sul campo di battaglia. Insieme a Shoigu, è dalla parte di Putin contro la rivolta di Prigozhin.
Sergej Surovikin: il comandante dell'"operazione speciale" in Ucraina
Surovikin è il comandante dell'"operazione speciale" in Ucraina. Ha subito esortato il gruppo Wagner a fermarsi. "Vi esorto a fermarvi. Dovete farlo prima che sia troppo tardi. Obbedite alla volontà e agli ordini del Presidente della Federazione Russa eletto dal popolo. Fermate i convogli ritornate alle vostre basi, risolviamo tutto con mezzi pacifici", ha dichiarato nelle scorse ore. In base alle sue dichiarazioni, dovrebbe continuare a sostenere Putin.
Razman Kadyrov
Il leader ceceno, Ramzan Kadyrov, ha annunciato l'invio delle sue milizie per sedare la ribellione dei Wagner, che ha definito "tradimento". Alleato di lunga data di Putin, la sua scelta di appoggiare il capo del Cremlino potrebbe rivelarsi decisiva nello scacciare l'ombra di un possibile golpe della Wagner. Kadyrov, infatti, non ha alcun problema nell'utilizzare la forza di cui dispone per stroncare l'avanzata dei mercenari di Prigozhin.
Yunus-Bek Evkunov: il vice ministro della Difesa
Yunus-Bek Evkurov è presidente della Repubblica d'Inguscezia nella Federazione Russa, nonché vice ministro della Difesa. In un filmato diffuso poche ore fa lo si vede parlare con Prigozhin in quel di Rostov. Sia lui che Vladimir Alekseev potrebbero (ma il condizionale è d'obbligo) avallare le operazioni del capo della Wagner.
Vladimir Alekseev: il vice capo del Gru
A maggio il Cremlino aveva affidato la guida parziale della fase due della guerra a Vladimir Alekseev.
Il suo ruolo: contribuire a guidare l'intelligence russa in Ucraina, a capo di un ramo pesantemente militarizzato del Gru, il Glavnoe razvedyvatel’noe upravlenie, ovvero il Direttorato principale per l’informazione, e cioè la vice direzione dell’intelligence militare russa. Anche lui, insieme ad Evkunov, è stato immortalato in un filmato intento a parlare con Prigozhin.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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