Così Putin "ruba" uomini alla Wagner e li arruola nella sua polizia personale

La stampa indipendente russa rivela il piano del Cremlino: massiccio reclutamento di veterani Wagner dalle carceri alla Guardia nazionale. La compagnia di mercenari fondata da Prigozhin sempre più a rischio

Così Putin "ruba" uomini alla Wagner e li arruola nella sua polizia personale
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Fino al 1917 sorvegliavano l'imperatore ed erano tra le unità militari più temute di tutta la Russia. Oggi nella Federazione le guardie imperiali non esistono più, eppure la Guardia nazionale (Rosvgardia) non ha esaurito l'antica funzione dei soldati dello Zar. Questo corpo, separato dagli altri rami delle forze armate, agisce come polizia personale del presidente russo, che l'ha fondato nel 2016 con un decreto apposito. 400mila uomini agli ordini diretti di Vladimir Putin, deputati al mantenimento dell'ordine pubblico, ma che in realtà proteggono il Cremlino da qualsiasi minaccia interna. E in Russia, Paese con un'importante storia di congiure e colpi di mano violenti, le minacce interne proliferano da secoli. Ma a Putin difendersi dalle mire degli altri potentissimi servizi di sicurezza non basta.

Dalla Wagner alla Rosvgardia

Il capo dello Stato si fida così tanto delle capacità della Rosvgardia da averla mandata in Ucraina. Presenti sin dai primi giorni del conflitto, qui i membri della Guardia nazionale, guidati dall'ex bodyguard di Putin Viktor Zolotov, controllano il territorio, presidiano checkpoint, rintracciano possibili "traditori" e da qualche mese sono perfino armati di artiglieria pesante ed elicotteri, una mossa obbligata dopo la rivolta armata dei combattenti della Wagner del 23 giugno scorso. E proprio i mercenari della Pmc (Private military company) più grande della Russia ora entreranno a far parte della Rosvgardia. Il media indipendente russo Important Stories scrive che almeno da agosto è incominciata una massiccia operazione di reclutamento tra i veterani un tempo fedeli a Evgenij Prigozhin, in particolare detenuti che hanno ricevuto la grazia e sono in libertà.

I giornalisti russi raccontano la testimonianza di un uomo che stava scontando una pena per furto prima di entrare nella Wagner, ricevere la grazia e venire impiegato nella regione di Donetsk, nelle zone occupate da Mosca. Un modus operandi già visto nel 2022, quando l'ex capo della Wagner girò le principali prigioni della Russia alla ricerca di guerrieri da spedire al fronte in parallelo all'esercito russo. Alla fine Prigozhin riuscì a mobilitare circa 50mila persone finite soprattutto nel "tritacarne" di Soledar e Bakhmut, dove, a detta del comandante Prigozhin, sarebbero caduti almeno in 20mila. Per agevolare l'arruolamento, Putin ha inoltre firmato un decreto presidenziale che prevede l'amnistia per tutti i detenuti arruolabili nella cosiddetta operazione militare speciale (la guerra in Ucraina), purché non siano stati condannati con l'accusa di terrorismo, estremismo, pedofilia o crimini contro lo Stato.

Rosvgardia guardia nazionale russa
Uomini della Guardia nazionale della Russia schierati in piazza Pushkin, a Mosca, nel 2019.

Cosa succederà alla Wagner dopo la morte di Prigozhin

Si tratta perciò di un altro duro colpo, se non addirittura di una beffa premeditata, ai danni della compagnia di miliziani che due mesi e mezzo fa si era ribellata alla leadership militare dello Stato. Il ministro della Difesa Sergej Shoigu aveva imposto a tutte le Pmc di firmare un contratto col governo per poter continuare a operare in Russia, mentre a inizio settembre ha proposto di scarcerare tutti i prigionieri e arruolarli nell'esercito. Il 25 agosto è entrata in vigore anche una legge che impone a tutti i paramilitari di giurare sulla bandiera russa. La Wagner adesso è in una delicata fase di transizione dopo la morte dei suoi fondatori nell'incidente aereo del 23 agosto scorso. Anton Olegovich Elizarov, nom de guerre "Lotus", dovrebbe diventare a stretto giro il prossimo leader della milizia, come indicato dal testamento di Prigozhin.

Elizarov, anche lui con la fedina penale sporca, fu scarcerato dall'ex "chef" di Putin nel 2016 con la promessa di scalare i vertici una volta provato il suo valore sul campo in Africa e in Siria.

Non è però ancora chiaro come lavorerà la compagnia di mercenari sotto la sua guida: la competizione degli altri eserciti privati (ufficialmente illegali ma ampiamente tollerati in Russia) sta rapidamente oscurando il mito creato nel corso degli anni da Evgenij Prigozhin e il suo braccio destro Dmitry Utkin. E nel frattempo il Cremlino, impegnato a indebolire tutti quegli elementi meno governabili e che possono procurare instabilità, consolida la tenuta di un regime paranoico e sempre più securitario.

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