Così vicine e nessuno le ha notate: armi e tunnel di Hezbollah a venti metri dalle basi Unifil

Video diffusi dai soldati israeliani mostrano depositi di armi e gallerie di Hezbollah a poche decine di metri di distanza dalle basi della missione internazionale dell'Onu

Così vicine e nessuno le ha notate: armi e tunnel di Hezbollah a venti metri dalle basi Unifil
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Negli ultimi giorni, le basi dell’Unifil in Libano sono finite più volte sotto attacco da parte dell’esercito israeliano e circa una ventina di caschi blu sono rimasti feriti, generando proteste unanimi da parte della comunità internazionale. Le Idf hanno parlato di incidenti e il premier Benjamin Netanyahu si è rivolto direttamente al segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, chiedendogli di ritirare i soldati dalle zone di combattimento e sostenendo che gli Hezbollah li usino come “scudi umani”. Alcuni video diffusi sui social sembrano dare sostegno alla posizione espressa da Israele e sollevano dubbi ulteriori sull’efficacia della missione internazionale nel Sud del Libano.

In un filmato di una quarantina di secondi diffuso dai militari israeliani su X, viene inquadrato l’ingresso di un tunnel dei terroristi del Partito di Dio. La telecamera poi si alza, rivelando che esso si trova poco distante da una torretta e da una base dell’Unifil. In un altro video, una squadra di militari israeliani mostra altre gallerie e depositi di armi, a circa 20 o 30 metri di distanza da altre postazioni del contingente Onu. La domanda sorge spontanea: come hanno fatto i caschi blu a non accorgersi dei movimenti e della presenza di terroristi di Hezbollah nelle immediate vicinanze delle loro basi?

In più, le Idf hanno affermato che nel corso dell’ultimo mese circa 25 razzi e missili sono stati lanciati “contro comunità israeliane e truppe Idf dai complessi terroristici di Hezbollah situati vicino alle postazioni Unifil nel Libano meridionale, sfruttando la loro vicinanza alle forze Onu”. Uno degli attacchi ha causato la morte di due militari ebraici.

Queste rivelazioni fanno inevitabilmente emergere dubbi sulle capacità operative della missione e sulle possibilità che essa aveva di impedire il riaccendersi delle ostilità lungo la Linea blu. Secondo la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza dell’Onu, l’Unifil avrebbe dovuto sostenere il governo libanese nel disarmo di gruppi paramilitari e nella messa in sicurezza dei territori confinanti con Israele, con regole di ingaggio limitate all’autodifesa o alla protezione di civili sotto attacco.

Anche nel caso in cui i caschi blu avessero individuato i terroristi di Hezbollah vicini alle loro basi, cosa che pare plausibile vista l’estrema vicinanza dei tunnel, non avrebbero potuto aprire il fuoco su di loro a meno di non essere attaccati per primi. È probabile che abbiano avvertito le forze armate di Beirut, che però si sono dimostrate impotenti rispetto allo strapotere del Partito di Dio.

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