"Serve una commissione d'inchiesta". Così Netanyahu può evitare l'arresto

La Corte penale internazionale potrebbe rivedere la sua decisione valutando i fatti e le indagini realizzate da una commissione speciale sulla guerra a Gaza

"Serve una commissione d'inchiesta". Così Netanyahu può evitare l'arresto
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La vicenda del mandato di arresto per Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant potrebbe subire un ribaltamento epocale. I giudici della Corte penale internazionale "potrebbero revocare" i mandati di cattura nei confronti del premier israeliano e dell'ex ministro della Difesa "solo in presenza di argomenti molto forti", se Israele "istituisse una commissione" per un'indagine approfondita.

Questa possibilità potrebbe essere esperita e chiudersi se i giudici valutassero le conclusioni esattamente come fatto per le "accuse per le quali i mandati sono stati rilasciati". A dichiararlo il portavoce della Cpi, Fadi El Abdallah, in un'intervista all'emittente israeliana Kan. Abdallah ha respinto le accuse di pregiudizi anti-israeliani indirizzate alla Corte: "Tutto quello che viene discusso sono questioni giuridiche e legali. Quello di cui tutti dovrebbero preoccuparsi è che tutti dobbiamo obbedire alle leggi e nessuno è al di sopra della legge", ha poi aggiunto.

Abdallah ha confermato che i sospettati hanno il diritto di presentare ricorso contro i mandati come annunciato ieri da Netanyahu: l'ufficio del premier aveva sottolineato che la presentazione del ricorso da parte di Israele "espone nei dettagli quanto sia stata assurda l'emissione dei mandati di arresto e quanto sia priva di qualsiasi base fattuale o legale". La dichiarazione diffusa ieri aveva sottolineato che, qualora la Cpi avesse respinto l'appello, ciò non farebbe altro che "sottolineare agli amici di Israele negli Stati Uniti e nel mondo quanto la Corte penale internazionale sia faziosa nei confronti di Israele".

Una scelta che ora rischia di aprire nuove spaccature e minare la credibilità della Corte stessa. Proprio oggi l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell ha esortato tutti i Paesi firmatari a sostenere il funzionamento della Corte: "Voglio fare un appello a tutti i membri della comunità internazionale, e in particolare ai membri dell'Unione europea. Non possiamo minare la Corte penale internazionale.

E' l'unico modo per garantire la giustizia globale. E' l'unico modo per chiamare a rispondere delle responsabilità. Se gli europei non supportano pienamente la corte internazionale, senza procrastinazioni, la Corte penale internazionale non funzionerà".

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