Donald e Vladimir, una voce sola

I due presidenti si sono incontrati per cinque volte e quasi sempre si è trattato di incontri chiusi anche agli accompagnatori più stretti

Donald e Vladimir, una voce sola
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Di tutte le caratteristiche di Volodymyr Zelensky a Donald Trump ne è rimasta in mente una: il fatto che era un comico, per di più mediocre. Su quest'ultimo dettaglio il pubblico la pensava diversamente: il presidente ucraino ha costruito sui suoi successi una solida fortuna economica. Di madre lingua russa, era popolare da Vladivostok al confine polacco, più di una volta i canali tv di Mosca gli hanno fatto presentare lo show di Capodanno, tra le trasmissioni più importanti dell'anno. Ma c'è un'altra persona che ha sempre fatto capire di non digerire di trattare con un ex comico televisivo (per di più di gran grossa: le battute di Zelensky assomigliavano di più al Bagaglino che a Roberto Benigni). E questa persona è Vladimir Putin. Il leader russo si sente investito di un ruolo epico, nella sua lega giocano solo i grandi della storia. Lo conferma l'ormai famosa citazione del Ministro degli Esteri Lavrov: «Non mi ascolta, i suoi consiglieri sono Ivan il Terribile, Pietro il Grande e l'imperatrice Caterina». Abbassarsi a trattare con un «guitto», ci sono un paio dichiarazioni che lo dimostrano, ha sempre messo di malumore lo zar del Cremlino.

Ora: il fatto che Trump, uomo non lontano dallo show biz americano ma certo non pratico di humor russo-ucraino, e il suo omologo Putin condividano la stessa idiosincrasia, può essere considerata una semplice coincidenza o una suggestione sulla corrispondenza di amorosi sensi che sembra esistere tra i due. Certo il rapporto desta curiosità: i due presidenti si sono incontrati per cinque volte e quasi sempre si è trattato di incontri chiusi anche agli accompagnatori più stretti, gli interessati e basta, con un interprete di fiducia a fare da tramite, senza registrazioni. Tanto che in Congresso il partito democratico ai tempi della Commissione di inchiesta sulle interferenze russe, cercò (senza riuscirci) di ottenere un mandato per convocare gli interpreti personali del presidente. Il meeting più famoso resta quello del luglio 2018 a Helsinki. Dopo due ore di conversazione, senza delegazioni, Trump e Putin non poterono sottrarsi alla presenza dei giornalisti.

In quell'occasione accadde qualcosa di inatteso: un reporter chiese a Trump cosa pensava delle inchieste di Fbi e Cia che dimostravano gli interventi di Mosca. Lui, di fronte a un soddisfatto Putin, escluse ogni malizia del Cremlino, e arrivò a smentire pubblicamente l'operato delle forze di sicurezza Usa. Nella politica di Washington non era mai successo niente del genere.

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