
Il recente attentato terroristico nel Kashmir indiano che ha provocato la morte di almeno 26 turisti e il ferimento di altri 17, ha innescato una serie di eventi che stanno portando a una vera a propria escalation tra India e Pakistan.
L'attacco è avvenuto martedì nella cittadina di Pahalgam, sulle montagne dell'Himalaya, meta di numerosi visitatori indiani ed è stato perpetrato dal “Fronte della Resistenza”, ritenuto un proxy del gruppo pakistano Lashkar-e-Taiba bandito in India per le sue attività terroristiche e insurrezionali.
Il primo ministro indiano Narendra Modi ha promesso giovedì di perseguire, rintracciare e punire i terroristi e i loro sostenitori, e come prima azione il governo di Nuova Delhi ha sospeso mercoledì un trattato sulle acque durato sei decenni, chiudendo anche l'unico valico di frontiera terrestre tra i due paesi vicini.
Il ministro dell'Energia pakistano Awais Lekhari ha definito la sospensione del Trattato sulle acque dell'Indo “un atto di guerra per l'acqua; una mossa codarda e illegale”. Il trattato regola la portata degli affluenti dell'Indo, che si trovano in India, attraverso la gestione di un bacino idrico che dovrebbe essere riempito, tramite chiuse sui fiumi, ad agosto quando c'è il picco del monsone, ma se l'India decidesse di riempirlo all'inizio della stagione della semina in Pakistan, potrebbe essere molto dannoso per l'agricoltura di tutto il Pakistan soprattutto considerando che gran parte del Punjab dipende dall'Indo e dai suoi affluenti per l'irrigazione.
Islamabad ha proclamato il massimo stato di allerta lungo la LoC (Line of Control), il confine militare provvisorio che divide India e Pakistan nel Kashmir, e nel contempo ha emesso un avviso per un improvviso test di un missile balistico da condursi nel Mare Arabico settentrionale, che secondo il Notam dovrebbe ricadere non lontano dalla Zona Economica Esclusiva indiana.
L'attacco di Pahalgam è avvenuto mentre il vicepresidente statunitense JD Vance, insieme alla moglie Usha e ai figli, si trova in visita in India dove ha incontrato all'inizio della settimana il primo ministro Modi, e si ritiene che Nuova Delhi attenda proprio la partenza di Vance e della sua famiglia per procedere a un attacco aereo sui campi di addestramento dei terroristi che si trovano in Pakistan.
La tensione è alle stelle e si teme un'escalation tra i due storici rivali regionali che potrebbe aprire le porte a un vero e proprio conflitto, come altri avvenuti sono stati nella storia recente.
La portaerei indiana “Vikrant” ha infatti lasciato il porto, come sappiamo da immagini satellitari, nella giornata di mercoledì ed è in navigazione nel Mare Arabico al largo di Karwar, abbastanza lontano da dove verrà effettuato il test missilistico pakistano, ma l'uscita in mare della nave da guerra è stata subitanea e non prevista, facendo pensare che Nuova Delhi voglia in qualche modo dare un forte segnale a Islamabad.
Quest'oggi il ministero degli Esteri indiano, nell'ultima misura diplomatica adottata, ha deciso di sospendere il rilascio dei visti ai cittadini pakistani con effetto immediato. Il provvedimento prevede che "tutti i cittadini pakistani attualmente in India devono lasciare l'India prima della scadenza dei visti, come ora modificato" vale a dire entro il 29 aprile. La sospensione non avrà alcun impatto sui diplomatici pakistani a Nuova Delhi, sebbene il loro numero sia stato ridotto in base a un ordine indiano del giorno precedente.
L'attentato di martedì, il più sanguinoso degli ultimi decenni, ha riacceso una rivalità che sembrava sopita e ha scatenato un'ondata di sentimenti anti-pakistani in India che sta portando anche alla diffusione di notizie che legano il Pakistan ad Hamas: secondo la stampa indiana, dati di intelligence indicherebbero un crescente legame tra le organizzazioni terroristiche con base in Pakistan e Hamas al punto che una delegazione di Hamas avrebbe recentemente visitato la base di Jaish-e-Muhammed a Bahawalpur, nonché un centro di simulazione di combattimento che fa parte del Bahawalpur Corps, un'unità militare d'élite pakistana, situata nei pressi del confine con l'India.
Molto probabilmente si tratta di propaganda dettata dal momento particolarmente teso, ma la situazione potrebbe facilmente sfuggire di mano in considerazione delle recenti misure militari intraprese dai due Stati.
Il grande sostenitore del Pakistan, la Repubblica Popolare Cinese, per il momento si è limitato a esprimere cordoglio e condanna per l'attentato attraverso le parole del ministro degli Esteri Guo Jiakun, forse attendendo lo sviluppo degli eventi di questa
nuova escalation che potrebbe trasformarsi in un conflitto regionale da cui proprio Pechino potrebbe trarre vantaggio, avendo anch'essa in essere un contenzioso territoriale con l'India per il Kashmir e l'Arunachal Pradesh.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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