Mentre proseguono i combattimenti a Rafah e la situazione al confine con il Libano rischia di degenerare in una guerra su vasta scala, i media israeliani continuano di diffondere nuove rivelazioni su quanto accaduto nel periodo immediatamente precedente agli attacchi del 7 ottobre. Secondo quanto riferito dall’emittente Kan, le Idf avevano monitorato un’esercitazione militare “altamente irregolare” di Hamas quattro giorni prima dello Shabbat di sangue.
Pare che i militari di sorveglianza nella base di Nahal Oz avessero osservato i membri dell’unità Nukhba, l’élite dell’organizzazione palestinese, partecipare a un’importante esercitazione lungo il confine con la Striscia di Gaza, che avrebbe previsto anche il lancio di razzi contro gli stessi terroristi mentre questi simulavano di prendere d’assalto i carri armati israeliani. Una fonte della Difesa citata da Kan ha riferito che le Idf avevano liquidato questi movimenti come “un’esercitazione di routine”. Le forze armate di Tel Aviv, inoltre, hanno ricordato che le indagini sugli eventi del 7 ottobre sono ancora in corso e che il loro scopo è “quello di imparare e trarre lezioni per il proseguimento dei combattimenti. Quando saranno terminate i risultati saranno presentati in modo trasparente al pubblico”.
Quest’ultima rivelazione ha seguito di pochi giorni la diffusione, sempre da parte dell’emittente Kan, della notizia riguardo l’esistenza di un dossier redatto il 19 settembre dalla Direzione dei servizi segreti militari delle Idf. In esso, vi sarebbe l’avvertimento del fatto che i terroristi palestinesi si stessero preparando ad un’invasione su larga scala di Israele, durante la quale sarebbero stati presi numerosi ostaggi. Pare che nel documento si facesse una stima di 200-250 rapiti, quasi perfettamente esatta considerando che il 7 ottobre 251 persone sono state portate a Gaza.
Nel dicembre del 2023, inoltre, era emerso un altro rapporto denominato “Muro di Gerico” e risalente all’anno precedente. Secondo i reporter del New York Times che lo hanno visionato, il dossier delineava con estrema precisione i potenziali attacchi di Hamas che si sono concretizzati nel giorno di massacri che ha dato il via al conflitto. Infine, nel maggio scorso i media di Tel Aviv hanno parlato di quattro lettere inviate all’inizio del 2023 dai servizi di sicurezza al premier Benjamin Netanyahu.
Stando a quanto riportato dal Jerusalem Post, in esse era stato sottolineato il fatto che “i nemici di Israele” percepivano le divisioni sociali nello Stato ebraico e il loro effetti sulla nazione e l’esercito. L’ufficio del primo ministro aveva risposto dichiarando che in nessuna delle missive era stata indicata l’intenzione di Hamas di attaccare Israele.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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