Numerose esplosioni hanno scosso la città di Dzhankoi, nel nord della penisola di Crimea, annessa dalla Russia nel 2014. Le notizie sono ancora convulse ma, dalle prime indiscrezioni riportate dai media ucraini, sarebbe stato colpito un aeroporto militare russo situato alla periferia del centro urbano. Altre fonti sottolineano che le deflagrazioni sono state udite nella tarda serata del 16 novembre. Impossibile, al momento, avere la certezza di cosa sia esattamente successo. L’ipotesi più probabile è che le forze di Kiev abbiano sferrato un attacco mirato contro Mosca, in parte respinto dalle difese anti aeree del Cremlino, in parte andato a segno nell’infrastruttura strategica citata. Un blitz, insomma, come quelli già sferrati negli ultimi mesi.
Le esplosioni in Crimea
Secondo quanto riportato dall’agenzia ucraina Ukrinform, a Dzhankoi, città settentrionale della Crimea russa, i sistemi di difesa sarebbero stati attivati nella tarda serata di mercoledì 16 novembre per respingere un attacco nemico. Sui social network i cittadini hanno subito parlato di una possibile offensiva mirata contro l’aeroporto militare russo, appena fuori città. Sono stati caricati alcuni video amatoriali girati dai residenti in cui si sentono suoni simili ad esplosioni soffocate. Questi suoni potrebbero indicare, appunto, l’attivazione delle difese antiaeree di Mosca.
A quanto pare, uno dei colpi sparati avrebbe preso di mira un aeroporto russo usato per scopi militari. Allo stesso tempo, in seguito alle molteplici esplosioni, i cittadini hanno avuto problemi con l’alimentazione elettrica. A quanto pare le esplosioni nel cielo testimonierebbero il lavoro della difesa aerea russa e non sarebbero state colpite strutture o altri edifici di Dzhankoi. Ricordiamo che già il 16 agosto si erano verificate esplosioni nella Crimea controllata da Mosca, precisamente in un deposito di munizioni nel distretto della suddetta Dzhankoi.
"Riconquisteremo la Crimea"
Nei giorni scorsi i rappresentanti ucraini hanno più volte espresso la volontà di riconquistare i territori controllati dai russi nella parte meridionale e orientale del Paese. Sulla scia degli ultimi successi militari ottenuti a Kherson, Kiev ha promesso di riprendersi tutte le terre annesse alla Russia. Compresa la Crimea. Il consigliere del Ministero della Difesa, Yuriy Sak, è stato chiaro.
"Libereremo la nostra terra e ripristineremo il territorio ucraino all'interno dei confini riconosciuti a livello internazionale che includono la Crimea", ha detto Sak, pochi giorni fa, alla Bbc. "Sono convinto che la nostra pianificazione militare sarà ancora di buon livello, come già avvenuto a Kiev, Chernihiv, Kharkiv e ora a Kherson", ha aggiunto il consigliere militare.
La promessa di Zelensky
Sulla stessa linea d’onda Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino, in un video postato su Telegram dopo la liberazione di Kherson e rivolgendosi ai suoi concittadini, ha parlato dei prossimi obiettivi di Kiev. "Non so se ci sia una persona che non ha visto il video del nostro popolo a Kherson che incontra i liberatori ucraini. E vedremo molti altri incontri del genere. In quelle città e nei villaggi che sono ancora occupati. Non dimentichiamo nessuno, non lasceremo nessuno indietro", ha fatto sapere Zelensky.
"Sarà lo stesso a Genichesk e Melitopol.
Verremo in tutte le nostre città e nei villaggi del Donbass. Vedremo sicuramente le forze ucraine in Crimea, e ci saranno centinaia di bandiere per le strade il giorno della liberazione", ha concluso il leader ucraino parlando anche di Crimea.Explosions are being reported in occupied #Dzhankoi, #Crimea. Allegedly, a #Russian airfield was hit. pic.twitter.com/0QBZRxJplS
— NEXTA (@nexta_tv) November 17, 2022
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.