Evacuazione in 48 ore e pillole di iodio alla popolazione: la Lituania si prepara alla guerra

Il piano presentato dal sindaco di Vilnius ha l'obiettivo di "garantire il coordinamento tra istituzioni" in caso di conflitto, catastrofe naturale o nucleare

Evacuazione in 48 ore e pillole di iodio alla popolazione: la Lituania si prepara alla guerra
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Con il conflitto in Ucraina che non accenna a terminare nonostante gli sforzi diplomatici degli Usa e la minaccia russa ai propri confini, la capitale della Lituania ha deciso di prepararsi a un possibile scenario di guerra. Il sindaco di Vilnius Valdas Benkunskas ha presentato un piano di evacuazione strutturato in tre principali vie di fuga verso ovest, sottolineando che “storicamente il nemico è sempre arrivato da est”.

Il primo cittadino ha precisato che l’obiettivo è “non creare il panico”, ma garantire “coordinamento tra istituzioni” e fiducia nelle forze di difesa, auspicando che il piano non debba mai essere attivato. La capitale del Paese baltico conta oltre 600mila abitanti e si trova a soli 30 chilometri dalla Bielorussia, nazione alleata della Russia e usata come base dalle truppe di Putin all’inizio dell’invasione dell’Ucraina.

Il piano prevede l’evacuazione totale della città entro 48 ore e risponde anche a potenziali minacce naturali o incidenti alla centrale nucleare bielorussa di Ostrovets, che si trova a circa 50 chilometri dalla città. L’impianto è ritenuto poco sicuro dalle autorità lituane, che hanno già distribuito compresse di iodio e organizzato esercitazioni di decontaminazione. Il prossimo autunno, invece, vi saranno le prove del piano presentato dal sindaco.

I governi di tutti i Paesi baltici, non solo quello della Lituania, temono che la Russia possa replicare lo scenario già visto all’alba dell’invasione dell’Ucraina, in vista anche delle esercitazioni militari Zapad che Mosca e Minsk terranno a settembre. Una paura, questa, ulteriormente alimentata dall’atteggiamento del presidente americano Donald Trump nei confronti degli alleati della Nato, che ha più volte accusato di caricare la spesa della loro difesa sulle spalle degli Stati Uniti. Il leader di Washington, in più di un’occasione, ha anche affermato che non verrà in soccorso dei Paesi europei nel caso in cui dovessero essere attaccati dalla Federazione.

Al momento, però, l’apertura di un nuovo fronte da parte di Mosca sembra improbabile. Le sue risorse militari sono concentrate in Ucraina, dove le truppe di Putin avanzano lentamente e al prezzo di gravi perdite. Le forze di Kiev controllano ancora parte della provincia russa di Kursk e hanno condotto dei raid nell’oblast’ di Belgorod.

Se lo zar decidesse di lanciarsi in una nuova avventura militare, non solo si troverebbe ad affrontare una coalizione di nazioni con eserciti moderni, ma rischierebbe di vanificare anche i successi ottenuti contro l’Ucraina al prezzo di migliaia di vite.

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