Putin: "Pronti a chiudere la guerra. Biden propose il rinvio di Kiev nella Nato"

Il leader russo torna a breve distanza sull'ipotesi negoziati e rivela: "Biden mi propose di ritardare l'ingresso di Kiev nella Nato nel 2021"

Putin: "Pronti a chiudere la guerra. Biden propose il rinvio di Kiev nella Nato"
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Gli scambi a distanza e le frecciatine tra Mosca e Washington abbondano in questa fine di 2024. Non è ancora dato sapere se perché stia ribollendo la diplomazia sottotraccia o se perché l'arrivo di Donald Trump alla Casa Banca venga vissuto come un possibile re-start.

"Troppo bello per essere vero"

La fine della guerra in Ucraina? Vladimir Putin risponde citando un proverbio russo che equivale come significato al nostrano "troppo bello per essere vero". "Questo è quello che dice il nostro popolo: come bere il miele con le tue labbra", ha affermato, sottolineando che "ci sforziamo di porre fine al conflitto". Parole decise e concilianti che, tuttavia, ancora non corrispondono alle azioni sul campo.

Ma il presidente russo sceglie di sparigliare ancora una volta le carte, rivelando un dettaglio importante circa l'adesione dell'Ucraina alla Nato. A suo dire, era il 2021 quando il presidente degli Stati Uniti Joe Biden gli propose di rinviare l’adesione di Kiev al Trattato Atlantico. Lo riferisce l'agenzia Tass. “Non so cosa si dica ora nel team del presidente eletto" Donald Trump, "so che l'attuale presidente Biden me ne ha parlato nel 2021", ha detto il capo del Cremlino in conferenza stampa. Biden "propose esattamente di ritardare di 10-15 anni l'adesione dell'Ucraina alla Nato, perché non era ancora pronta. Ho ragionevolmente risposto sì, non è pronta oggì", ha aggiunto.

La proposta di Fico che piace a Putin

Mosca e Washington hanno spesso fornito versioni contrastanti su incontri e mosse del passato. Al momento, negli Stati Uniti non è giunto alcun commento circa quel passaggio pre-conflitto. Ergo, potrebbe essere stata una discussione reale o un tentativo di avvelenare i pozzi della complicata transizione alla Casa Bianca. Sulla possibilità di procedere verso il primo tassello di futuri negoziati, Putin ha ribadito che il premier slovacco Robert Fico ha espresso la sua disponibilità a ospitare i negoziati tra Mosca e Kiev. Fico "ha detto che sarebbero felici di fornire la base per i negoziati. Non siamo contrari", ha detto. “Se si arriva a questo, perché no? Dal nostro punto di vista la Slovacchia assume una posizione così neutrale”, ha aggiunto Putin, “per noi questa è un’opzione accettabile”.

"Terminare" non "congelare"

Poco dopo, Putin ha rincarato la dose: la Russia vorrebbe "porre fine al conflitto in Ucraina", non vuole "congelarlo". Lo ha detto il presidente russo alle agenzie di stmpa russe, rispondendo a una domanda sui piani di Trump per una tregua in Ucraina. "Cerchiamo anche di porre fine al conflitto", ha detto. Anche per il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov il cessate-il-fuoco rischia di essere un pantano. Per il capo della diplomazia russa servono "accordi definitivi e giuridicamente vincolanti che documentino le condizioni per garantire la sicurezza della Russia e, naturalmente, gli interessi legittimi dei nostri vicini, ma in un modo basato sul diritto internazionale, che renderà impossibile la violazione di tali accordi". Se per Kiev la tregua non è sufficiente a garantire la svolta, anche per Usa ed Europa una pausa momentanea del conflitto potrebbe essere un risultato troppo flebile. Altrettanto per Mosca, che teme che un cessate-il-fuoco potrebbe essere funzionale a un riarmo e irrobustimento della difesa di Kiev.

La Russia risponde sempre in modo speculare agli attacchi sul suo territorio, ha tuonato il presidente russo.

Putin ha poi aggiunto che la Russia potrebbe utilizzare nuovamente l'Oreshnik. "Se necessario, e vediamo che è necessario l'uso di armi a medio raggio più potenti, ovviamente le useremo. Ma non abbiamo fretta", ha detto.

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