La Finlandia teme i piani occulti di Mosca: i russi stanno "avvelenando" l'acqua?

La Russia ha davvero cercato di avvelenare l'acqua della Finlandia? Misteriose intrusioni negli impianti di trattamento delle acque fanno pensare alle "aggressione da zona grigia" tipiche delle azioni di destabilizzazione da guerra ibrida

La Finlandia teme i piani occulti di Mosca: i russi stanno "avvelenando" l'acqua?

Potrebbe trattarsi di una paura totalmente infondata, ma le autorità della Finlandia, mentre in Francia prendeva forma un'azione di sabotaggio delle linee ferroviarie, hanno denunciato al mondo la presenza di "misteriosi intrusi" che avrebbero violato alcune torri idriche e impianti di trattamento delle acque finlandesi senza apparenti ragioni.

L'intrusione negli impianti di trattamento delle acque - siti di scarso valore strategico ma di basilare importanza per uno Stato e per la sua popolazione - sono scarsamente sorvegliati e il timore che ci sia lo zampino di agenti russi o di ecoterroristi ha messo in allerta l'intelligence militare di Helsinki. Che ora intende "sorvegliarli da futuri attacchi", dal momento che a un intruso armato di cattive intenzioni basterebbe "disattivare i processi di trattamento dell'acqua" o aggiungere un contaminante più o meno nocivo per "trasformare il liquido vitale in una fonte di malattie", scrivono su Foreing Affairs.

Nessun arresto, solo sospetti di destabilizzazione

Gli attacchi idrici in Finlandia sono iniziati nella città portuale di Porvoo, costa meridionale, poi a Sipoo, vicino alla capitale Helsinki, sempre sulla costa meridionale del Paese scandinavo.

Secondo quanto riportato alla stampa, "gli intrusi non hanno raggiunto nessuna parte sensibile delle torri e degli impianti idrici" ma la serie ravvicinata di violazioni ha suggerito alle autorità finlandesi l'esistenza di uno schema che avrebbe anticipato "qualcosa". Probabilmente una violazione di maggiore entità.

Già a metà luglio sono stati verificati 11 tentativi di effrazione nelle torri idriche e negli impianti di trattamento finlandesi. "Le effrazioni segnalate finora non sono state gravi e non hanno preso di mira i siti più critici, che sono più protetti, ma la cosa preoccupante è che il numero di effrazioni è aumentato proprio in questo momento", ha affermato un ex militare finlandese che ricopriva in passato un ruolo importante nell'apparato d'intelligence di Helsinki. "Uno degli obiettivi dell'aggressione russa nella zona grigia è creare paura", ha aggiunto la medesima fonte, che ha subito spostato la sua attenzione "verso est".

I sospetti di un coinvolgimento di agenti di Mosca nel "misterioso sabotaggio" di cavi sottomarini e di oleodotto in acque svedesi, finlandesi ed estoni, lo scorso autunno possono solo accendere un campanello d'allarme sulla necessità di sicurezza ma non bastano a muovere accuse. "I governi occidentali possono sospettare un collegamento tra autori apparentemente indipendenti e il Cremlino, ma provare tali collegamenti è praticamente impossibile", concludono gli osservatori.

Ad ora le autorità finlandesi "non hanno arrestato alcun sospettato". Tuttavia, esempi di violazioni simili mettono sempre la Russia in cima alla lista dei sospetti. Questo dopo una serie di operazioni pianificate, ordinate o macchinate dal Gru e dalle sue costole in Europa. Il mese scorso era giunto all'attenzione delle cronache il presunto caso di sabotaggio di un sito industriale che produceva sistemi d'arma a Berlino, mentre alle fine della settimana, le autorità francesi hanno arrestato un cittadino russo in "presunto complotto per causare destabilizzazione" durante i Giochi Olimpici di Parigi.

La Finlandia, per via del suoi confini che la vedono naturalmente vicina alla Penisola di Kola, dove trovano luogo molti siti strategici della Marina russa, ha subito negli anni molte "azioni di disturbo" e piccole "aggressioni russe" più o meno celate. Facendo pace con la sua condizione di "stato confinante" e neo membro della Nato. Tuttavia, la prospettiva che la propria acqua venga danneggiata è destinata a creare preoccupazioni. Molte più di quante ne possa provocare - almeno tra la popolazione civile - l'eventuale transito e infiltrazione di spie che avviene con una certa regolarità in villaggi di confine di un paese vicino come la Norvegia.

I precedenti: tra attacchi hacker ai sistemi idrici e piani da guerra fredda

La Finlandia non è il primo paese a vedere la propria fornitura idrica presa di mira. A maggio l'agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti aveva avvertito che "Cina, Russia e Iran" stavano "cercando attivamente la capacità di disattivare le infrastrutture critiche degli Stati Uniti, tra cui acqua e acque reflue". L'anno scorso il gruppo di hacker noto come Cyber ​​Av3ngers legato all'Iran aveva preso il controllo di "alcune delle funzioni idriche nella città di Aliquippa" in Pennsylvania, costringendo l'autorità idrica a passare alle operazioni manuali.

Quest'anno un hacker legato alla Russia ha cercato di "interferire con le operazioni idriche in diverse città del Texas", riportava Cbs News. Anche un cybergruppo cinese sponsorizzato dal governo di Pechino, noto come Volt Typhoon, avrebbe preso di mira le strutture idriche statunitensi e altri servizi critici. "I sistemi di acqua potabile e acque reflue sono un bersaglio allettante per gli attacchi informatici perché sono un settore infrastrutturale essenziale, ma spesso non hanno le risorse e la capacità tecnica per adottare rigorose pratiche di sicurezza informatica", ha avvertito il consigliere per la sicurezza nazionale americano Jake Sullivan. Riporta l'analisi di Foreing Affairs.

Non possiamo dimenticare come interi programmi della Cia e del Sis ai tempi della Guerra fredda immaginassero l'ipotesi di contaminare l'acqua di grandi città o basi militari avversari con agenti psicoattivi come l'Lsd per mettere "fuori combattimento" i difensori e agire indisturbati.

Oggi la guerra ibrida ha portato nuove strategie e nuovi obiettivi alla base di aggressioni nelle cosiddette "zone grigie". Tra questi è la capacità di monopolizzare l'attenzione per incutere il terrore che un agente esterno non classificabile ha intenzioni malevole nei confronti di una determinata stabilità.

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