Il governo di Damasco tenta di spegnere l'ultima resistenza pro-Assad. Scontri a Tartus

L'operazione è già riuscita a "neutralizzare un certo numero" di uomini armati fedeli all'ex presidente

Il governo di Damasco tenta di spegnere l'ultima resistenza pro-Assad. Scontri a Tartus
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Man mano che il governo ad interim siriano mette mano alla difficile transizione, Al Jolani e i suoi tentano di spegnere gli ultimi fuochi pro-Assad. Le forze di sicurezza siriane, nelle ultime ore, hanno infatti lanciato un'operazione contro i combattenti fedeli all'ex regime nella provincia occidentale di Tartus.

L'operazione ha l'obiettivo di "ripristinare la sicurezza, la stabilità e la pace civile" nella regione e ha "neutralizzato un certo numero" di combattenti. L'Osservatorio siriano per i diritti umani riferisce che tre persone sono state uccise nell'operazione, aggiungendo che si trattava di miliziani armati fedeli all'ex regime. Ieri, sempre secondo l'Osservatorio, 14 membri delle forze di sicurezza e tre uomini armati sono stati uccisi nella città di Khirbet al-Maaza.

L'offensiva sembra stringersi decisamente attorno a Tartus, ma proteste si sono svolte anche a Latakia, Jableh, e Qardaha, città natale di Assad. Migliaia di siriani della minoranza alawita, a cui appartiene l'ex presidente, hanno manifestato in diverse città della Siria dopo un video che mostra un attacco a uno dei loro santuari. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, durante questi scontri un manifestante è stato ucciso a Homs dalle forze di sicurezza. Inoltre, gli scontri tra uomini armati e militari della sicurezza che hanno tentato di arrestare un ufficiale del deposto presidente a Tartus, nell'ovest, hanno provocato almeno 17 morti, sempre secondo l'Osservatorio. Le manifestazioni dei siriani alawiti sono le prime dopo il rovesciamento di Assad. A Homs e Jableh, intanto, è stato dichiarato il coprifuoco notturno.

Tuttavia, secondo le autorità di transizione scelte da Hayat Tahir al Sham, il video incriminato risalirebbe a un mese fa. L'attacco sarebbe stato eseguito da "gruppi non noti" e la pubblicazione del video aveva come scopo quello di "provocare divergenze fra i siriani in questo periodo sensibile". Un manifestante è stato ucciso e altri cinque feriti "dopo che le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco per disperdere la folla", riporta l'Osservatorio. Il sospetto che gruppi esterni allo scenario siriano stiano disturbando la transizione è fra le ipotesi vagliate anche a proposito dei roghi che hanno riguardato simboli del Natale.

In quest'ottica, il governo transitorio ha vietato la diffusione online e sui media di qualsiasi "contenuto di carattere settario" che promuova la "discriminazione" dopo le manifestazioni di ieri. Il ministero dell'Informazione ha sottolineato in un comunicato che l'obiettivo della misura è "rafforzare l'unità nazionale e preservare il tessuto siriano con tutte le sue componenti", e ha avvertito che ogni violazione verrà perseguita in sede giudiziaria.

Le nuove autorità siriane hanno avvertito che colpiranno "con pugno di ferro" coloro che tentano di "alterare la stabilità o diffondere il caos" in Siria.

Il rispetto delle minoranze, dei gruppi etnici e delle confessioni e la formazione di un governo per la nuova Siria - Paese che ospita sunniti, sciiti, cristiani, curdi, assiri, tra gli altri - è una delle principali condizioni imposte dalla comunità internazionale per coadiuvare le nuove autorità di Damasco.

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