Hamas pronta ad appoggiare il "piano Biden": cessate-il-fuoco più vicino?

"Non si può perdere questa occasione. Questo è davvero il momento decisivo. È ora che questa guerra finisca", sostiene Joe Biden. Il suo "piano" sembra ora incontrare il favore di Hamas

Hamas pronta ad appoggiare il "piano Biden": cessate-il-fuoco più vicino?
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Hamas avrebbe accolto con favore la road map del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, per "un cessate il fuoco permanente" a Gaza, il ritiro delle forze di occupazione (israeliane) dalla Striscia di Gaza, la ricostruzione e lo scambio di prigionieri". Secondo Al Jazeera, il gruppo ha anche affermato di essere pronto a rispondere "positivamente e costruttivamente" a qualsiasi proposta che includa tali misure - così come il ritorno dei palestinesi sfollati nelle loro case a Gaza - se anche Israele "si impegna esplicitamente" in tal senso.

Hamas accetterà "senza indugio"

Intanto è di almeno 36.284 morti e 82.057 feriti il bilancio dall'inizio delle operazioni delle Forze di difesa israeliane (Idf) nella Striscia di Gaza, avviate il 7 ottobre 2023 in seguito all'attacco di Hamas contro lo Stato ebraico. Lo ha reso noto ieri il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas. Quelli forniti quotidianamente da Hamas sono dati che non possono essere verificati in maniera indipendente e che includono sia vittime civili che membri del movimento islamista. Secondo le Idf, almeno 294 militari israeliani sono morti da quando è iniziata l'operazione di terra nella Striscia di Gaza a metà ottobre scorso.

La proposta ora entra nel vivo: il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha avuto dei colloqui telefonici distinti con i ministri degli Esteri dell'Arabia Saudita, Turchia e Giordania per discutere la proposta di accordo volta a porre fine alla guerra tra Israele e Hamas a Gaza. Lo riporta The Times of Israel citando fonti del Dipartimento di Stato Usa. Nelle telefonate dal suo aereo di ritorno da una riunione della NATO a Praga, Blinken "ha sottolineato che Hamas dovrebbe accettare l'accordo senza indugio", ha riferito il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller.

Le tre fasi del piano Biden

La svolta è avvenuta nel pomeriggio di ieri quando Biden, in un discorso di circa quattordici minuti, ha illustrato i punti principali del piano elaborato per il Medio Oriente e che, al momento, incontrerebbe anche il favore del governo di Tel Aviv. L'accordo sarebbe frazionato in tre fasi. La prima, prevede un cessate-il-fuoco di sei settimane durante le quali le forze israeliane si ritireranno dai centri abitati di Gaza. Gli ostaggi israeliani, compresi anziani e donne, detenuti a Gaza verrebbero scambiati con centinaia di prigionieri palestinesi. I civili palestinesi torneranno a Gaza, inclusa la parte settentrionale di Gaza. In questa fase, 600 camion dovrebbero portare aiuti umanitari a Gaza ogni giorno.

Nella seconda fase, Hamas e Israele negozierebbero i termini della fine permanente delle ostilità. L'ultima fase prevede un piano di ricostruzione per Gaza e una soluzione politica a lungo termine. La nuova proposta si discosta dalle proposte precedenti perchè il cessate-il-fuoco continuerebbe mentre le parti attraversano tutte e tre le fasi. Biden ha dichiarato che il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, sostiene l'accordo. Hamas è stata informata della proposta tramite il Qatar, mediatore che mantiene relazioni sia con i militanti che con gli Stati Uniti. Ma da Tel Aviv si frenano i facili entusiasmi: "Le condizioni di Israele per porre fine alla guerra non sono cambiate: la distruzione delle capacità militari e di governo di Hamas, la liberazione di tutti gli ostaggi e la garanzia che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele". Lo ha scritto su X il primo ministro israeliano. E aggiunge: "L'idea che Israele accetterà un cessate il fuoco permanente prima che queste condizioni siano soddisfatte non è contemplata".

La proposta per Hamas del gennaio scorso

Quello che già è stato ribattezzato "piano Biden" ricorda parzialmente la proposta consegnata ad Hamas nel gennaio scorso dai negoziatori di Israele, Stati Uniti, Egitto e Qatar concordata durante l'incontro svoltosi a Parigi. Nella vecchia proposta erano ugualmente previste tre fasi: prima la liberazione di donne, bambini e anziani; a seguire, quella di tutte le reclute dell'Idf detenute; a conclusione, il gruppo si sarebbe poi impegnato a restituire le salme di quelli che sono morti nell'attacco di ottobre o morti durante la lunga detenzione.

I combattimenti avrebbero dovuto interrompersi in ogni fase dell'accordo e, ogni giorno, avrebbe dovuto essere rilasciato un israeliano in cambio di 30 palestinesi, lasciando la negoziazione della seconda fase ai contanti instauratisi durante la prima. Un disegno vagamente caotico, che prevedeva un cessate-il-fuoco graduale a Gaza o una tregua fino a 45 giorni, la consegna di aiuti ai residenti della Striscia e il rilascio dei prigionieri palestinesi.

Inoltre, l'intesa imponeva il rilascio graduale dei restanti detenuti a Gaza, a partire da donne e bambini, sottolineando che la prima fase avrebbe imposto il rilascio di 35 detenuti detenuti da Hamas. La proposta si risolse in un nulla di fatto, mentre la sua versio 2.0 venne nuovamente rifiutata da Hamas nell'aprile scorso.

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