Pronto un carico di missili Fateh 110 per Mosca: la mossa dell'Iran che preoccupa la Nato

Se Mosca dovesse accogliere i missili Fateh forniti da Teheran, la Nato potrebbe rivedere le le linee rosse del conflitto ucraino, consentendo l'impiego di armi a lungo raggio su obiettivi russi.

Pronto un carico di missili Fateh 110 per Mosca: la mossa dell'Iran che preoccupa la Nato
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Un incrocio pericoloso tra avversari esistenziali e conflitti attivi dove la crisi in Medio Oriente, interamente manovrata da Teheran secondo alcuni, e il fronte ucraino trova la "cooperazione militare" tra Russia e Iran.

Dopo i droni kamikaze Shahed-136 iraniani, ora prodotti autonomamente dalla Federazione, Mosca è pronta ad accogliere una fornitura di missili Fateh 110 iraniani, sistema d'arma con una portata di 120 chilometri sviluppati dagli armaioli degli ayatollah e ora pronti per colpire obiettivi sul suolo ucraino. La risposta della Nato potrebbe essere quella di riconsiderare le restrizioni sul libero impiego di armi a lungo raggio da parte di Kiev. Che attualmente non può colpire bersagli russi in profondità con armi fornite dall'Occidente, ma solo con dispositivi bellici "autoprodotti" come i missili anti-nave Neptune modificati e i nuovi vettori da crociera "dronizzati" Palyanitsa.

Le informazioni riguardanti di questa pericolosa collaborazione militare tra Russia e Iran erano state diffuse lo scorso inverno e, come osserva Guido Olimpio sul Corriere della Sera, ora la consegna dei missili Fateh sarebbe "imminente". Ma non è tutto. I Guardiani della Rivoluzione e gli omologhi russi potrebbero gettare le basi per degli scambi di expertise in ambito bellico.

Ciò accade mentre il sanguinoso conflitto tra lo Stato di Israele e Hamas, sostenuta militarmente dall'Iran, prosegue senza esclusione di colpi all'interno della Striscia di Gaza, dove i tunnel continuano a rappresentare uno degli "ostacoli più robusti per l’offensiva israeliana" e dove i razzi di Hamas, forniti regolarmente dall'Iran, continuano ad essere lanciati contro Israele. E dunque evidente come le munizioni siano stipate in depositi sotterranei segreti raggiungibili attraverso le gallerie ancora utilizzate dai terrroisti palestinesi.

Secondo il New York Times, che ha esaminato un "manuale di Hamas", i militanti sono bene addestrati a investire denaro e risorse per il mantenimento di questi tunnel che comprendono porte blindate, ingressi ben mimetizzati e quelle che potrebbero essere trappole esplosive, considerata la perdita di molti cani militari della razza Malinois dell'unità cinofila "Oketz”. I tunnel sono "illuminati" attraverso l'impiego di pannelli solari e allacci provvisori all'interno di edifici civili.

La collaborazione militare tra russi e iraniani non tiene conto, o forse ignora volutamente, la concomitanza tra questi due conflitti la cui risoluzione è di prioritaria importanza per gli Stati Uniti, che sono impegnati da un lato nel sostenere militarmente, e a livello d'intelligence, il governo ucraino, dall'altro nello spingere i negoziati tra Israele e

Hamas insieme ai servizi segreti di Egitto e Qatar. Restano presenti anche nel Golfo di Aden e nel Mar Rosso per arginare la minaccia dei ribelli Houthi dello Yemen. Sempre armati dall'Iran.

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