Nella mattina di sabato 7 ottobre, Hamas ha dato il via all'operazione “Diluvio al-Aqsa” con una pioggia di più di 5mila razzi partiti dalla Striscia di Gaza che ha colpito Israele. L'attacco è stato il più grande degli ultimi anni superando anche, per numero di razzi impiegati in una sola azione, quello di maggio del 2021. Hamas per bersagliare Israele si affida, da anni, a razzi non guidati di diverso tipo, alcuni anche costruiti artigianalmente, che lancia da posizioni improvvisate disperse all'interno della Striscia di Gaza.
Dalla sua fondazione nel 1987, l’ala militare segreta del gruppo – che opera insieme a un’organizzazione politica più visibile – si è evoluta da una piccola milizia in ciò che Israele descrive come un “esercito semi-organizzato”. Il gruppo ha quindi iniziato a produrre rudimentali razzi chiamati “Qassam” che inizialmente avevano una gittata di sole pochi chilometri, erano molto poco precisi e quindi causavano pochi danni.
Dopo che Israele si ritirò da Gaza nel 2005, Hamas mise insieme una linea di rifornimento segreta dai suoi storici sostenitori (Iran e Siria) che hanno provveduto a fornire razzi a più lungo raggio, più precisi e più potenti. Le prime spedizioni di razzi passarono attraverso il Sudan, da dove viaggiavano trasportati clandestinamente su camion diretti in Egitto per poi essere introdotti attraverso un labirinto di tunnel passanti sotto il confine egiziano-palestinese.
La qualità dei razzi di Hamas è andata aumentando nel tempo proprio grazie alle forniture siriane e iraniane. Oltre ai rustici “Qassam”, di cui esistono tre versioni con gittata che va dai 4 ai 12 chilometri, nell'arsenale del gruppo paramilitare sono presenti razzi del sistema di Mlrs (Multiple Launch Rocket System) di fabbricazione russa BM-21 “Grad” (20 chilometri di portata massima) e quelli dell'omologo sistema cinese “Weishi” da 122 millimetri e 40/45 chilometri di gittata denominati WS-1E. Esiste poi una famiglia di altri razzi non guidati di fabbricazione iraniana costituita dai Fajr, che nella versione 5 può colpire bersagli sino a 75 chilometri di distanza. Il razzo con la gittata più grande è quello di fabbricazione siriana M-302, che arriva sino a 180 chilometri, ma Hamas grazie all'esperienza accumulata in questi anni e alle competenze acquisite da personale originario dei suoi Paesi sostenitori, è stata in grado di fabbricare autonomamente vettori dalla gittata importante come l'A-120 (120 Km) e l'R-160 (160 Km).
L'ingresso in servizio in Israele di Iron Dome nel 2009, un sistema da difesa aerea in grado di intercettare razzi, droni e colpi di mortaio, ha provocato il cambio di tattica da parte di Hamas nell'impiego del suo arsenale a razzo. Se prima, infatti, gli attacchi erano condotti con un elevato numero di ordigni ma spalmati in un ampio arco temporale (tra il 2000 ed il 2008 si calcola che un totale di 4mila proiettili di mortaio e altrettanti razzi “Qassam” siano stati sparati da Gaza sul sud dello Stato ebraico), negli ultimi anni si è notata la concentrazione in attacchi massicci dei razzi per cercare la saturazione delle difese israeliane, ovvero oltrepassare lo scudo di Iron Dome con la sola forza del numero.
L’offensiva missilistica scatenata contro Israele di maggio 2021 ha riguardato oltre 1050 razzi e colpi di mortaio lanciati in pochi giorni, e in particolare oltre 400 sono stati diretti in profondità nel territorio israeliano in due enormi ondate la sera dell’11.
Capiamo quindi perché Hamas abbia lanciato più di 5mila razzi in poche ore nella mattinata di sabato: Iron Dome, come tutti i sistemi di difesa antimissile, nonostante la concentrazione di strumenti atti a rispondere in modo appropriato a
diverse offese, ha una falla rappresentata dal “punto di saturazione” oltre il quale la sua efficacia diminuisce. Il sistema, cioè, è in grado di intercettare un certo numero (non pubblicato) di bersagli contemporaneamente e non di più.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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